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Cronaca

Impossibile risalire a responsabili e nessun pericolo incolumità
1 minuto e 17 secondi di lettura
di An.De.
Si torna a parlare della Sopraelevata Aldo Moro a Genova, dove la caduta di calcinacci nella notte ha riacceso l’attenzione su un precedente episodio. Nell’ottobre 2021, il crollo di 800 metri di cavi causò il ferimento di due persone e danni ad alcune auto. La procura di Genova ha ottenuto l’archiviazione dell’inchiesta, escludendo responsabilità penali, ma ha aperto alla possibilità di responsabilità civili per eventuali risarcimenti.

Cosa era successo

Nel 2021, la caduta di 800 metri di cavi dalla Sopraelevata Aldo Moro a Genova aveva sollevato interrogativi sulla manutenzione della struttura. L’inchiesta della procura, condotta dal sostituto procuratore Giancarlo Vona, è stata archiviata: impossibile individuare responsabili penali, né ravvisare reati come crollo colposo o omissione di lavori, poiché i cavi non erano parte integrante della costruzione. Tuttavia, il pm ha evidenziato possibili profili di responsabilità civile per risarcimenti, coinvolgendo potenzialmente l’Autorità portuale, il gestore dei cavi, il Comune di Genova, gli appaltatori della manutenzione e Aster, incaricata della gestione. Un consulente tecnico ha ricostruito la dinamica: i cavi, installati almeno vent’anni prima, erano fissati con fascette di plastica mai sostituite, che hanno ceduto. Non è stato possibile quantificare i danni potenziali, ma l’incidente causò lesioni a due persone e danni a veicoli parcheggiati. Oggi, dopo la caduta di calcinacci dalla stessa struttura, si torna a discutere della sicurezza della Sopraelevata, con verifiche tecniche in corso da parte del Comune.
 
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