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Cronaca

L'uomo ha anche aggiunto che al momento dell'arresto gli avevano preso oltre al telefono anche "un accendino in argento e i soldi, tra i 200 e i 300 euro. Quando me li hanno ridati erano meno della metà"
1 minuto e 56 secondi di lettura
di Redazione

"Lui mi ha dato un pugno a mani nude, lui invece mi ha colpito con un manganello, di quelli che basta schiacciare e si allunga". S.T., marocchino di 31 anni, è una delle vittime dei presunti abusi da parte di alcuni dei 15 agenti del reparto sicurezza urbana della polizia locale indagati per lesioni, falso e peculato.

Il 31enne ha raccontato di essere stato picchiato sui testicoli 

Stamattina, insieme ad altri due cittadini stranieri, è stato sentito in incidente probatorio dalla pm Sabrina Monteverde, dal giudice Andrea Morando e dagli avvocati degli indagati (Andrea e Maurizio Tonnarelli e Sabrina Franzone). Il 31enne ha raccontato di essere stato picchiato sui testicoli e di essere stato poi portato in ospedale: "Cammina bene e non dire bugie" gli diceva un agente, mentre un altro attendeva di essere visitato gli sussurrava insulti all'orecchio.

S.T. ha indicato con precisione chi gli avrebbe fatto cosa e, guardando gli album fotografici, ha anche escluso in modo circostanziato, la responsabilità di altri agenti: "Lui guidava e non mi ha fatto niente, questo invece - indicando un altro - mi ha restituito il cellulare rotto, ma non è stato lui a romperlo". Un altro testimone, M. M., egiziano di 36 anni ha raccontato di essere stato picchiato sia nell'auto di servizio, sia al comando di piazza Ortiz dopo che gli agenti gli hanno tirato sulla faccia il cappuccio sulla felpa. Lo avevano fermato perché sospettato di aver rubato un cellulare su un bus proprio a una delle agenti donne indagate mentre era impegnata in un servizio antitaccheggio, ma a fine aprile è stato assolto sia dal furto sia dalla resistenza. Sul verbale gli agenti hanno detto che avrebbe compiuto gesti autolesionistici dando testate contro il muro dell'ufficio, ma lui ha fermamente negato: ""Non e vero, sono entrato che non stavo in piedi perché mi avevano già rotto il naso e una costola".

Ha spiegato che aveva chiesto di chiamare l'ambulanza ma loro gli hanno detto: "Qui decidiamo noi". L'uomo ha anche aggiunto che al momento dell'arresto gli avevano preso oltre al telefono anche "un accendino in argento e i soldi, tra i 200 e i 300 euro. Quando me li hanno ridati erano meno della metà". 

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