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Cronaca

Si era procurato una frattura cervicale. La Procura autorizza l'espianto
1 minuto e 48 secondi di lettura
di Annissa Defilippi
Una gita estiva tra amici, un bagno nei laghetti di San Carlo di Cese, sopra Pegli, ma una giornata all'insegna della spensieratezza si è trasformata in una tragedia. Non ce l’ha fatta il giovane di 22 anni che venerdì scorso, il 20 giugno, è stato colto da un malore in acqua. Soccorso in condizioni disperate, il ragazzo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale San Martino di Genova, dove, dopo sette giorni di lotta tra la vita e la morte, è deceduto. Famigliari e amici sono sempre rimasti al suo capezzale, mentre la dinamica dell’accaduto rimane avvolta nel mistero, con gli inquirenti al lavoro per ricostruire la sequenza degli eventi.

I soccorsi e il ricovero in elicottero

Secondo le prime ricostruzioni, il giovane si trovava sulla riva del laghetto all'arrivo dei soccorsi già in arresto cardiaco. I soccorritori, giunti rapidamente sul posto, hanno tentato di rianimarlo, ma le sue condizioni erano già critiche. Trasferito in ospedale, gli esami clinici hanno rivelato una frattura cervicale, un dettaglio che ha aggiunto interrogativi alla vicenda. I test tossicologici hanno inoltre evidenziato la presenza di alcol e sostanze stupefacenti nel sangue del ragazzo, un elemento che gli investigatori stanno valutando senza trarre conclusioni affrettate.

Incidente o malore? Indagini sulla dinamica. Donati gli organi

Le indagini, coordinate dalla procura, stanno cercando di fare luce su cosa abbia portato al tragico epilogo. Tra le ipotesi al vaglio, si considera la possibilità di una caduta accidentale, forse dovuta a un malore, o di un tuffo sfortunato che potrebbe aver causato il trauma cervicale, magari dopo un impatto con uno scoglio ma non ci sarebbero segni di abrasioni. Gli amici presenti al momento dell’incidente sono stati ascoltati dagli inquirenti, ma le loro testimonianze non hanno ancora chiarito del tutto la dinamica. La procura ha autorizzato l’espianto degli organi, come deciso dalla famiglia, un gesto di grande generosità che permetterà di salvare altre vite. Resta in sospeso la decisione su un’eventuale autopsia, che, insieme agli esami clinici, potrebbe fornire risposte definitive sulle cause del decesso.

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