Nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi di alcuni agenti della polizia locale c'è un caso particolarmente delicato. Si tratta di una violenza brutale, come è descritta nelle carte dell'indagine, ai danni di un minorenne di 17 anni, età accertata al momento dei fatti tramite il test della misura del polso, un metodo utilizzato per stimare l'età anagrafica in assenza di documenti.
Secondo quanto riportato dalla squadra mobile, coordinata dal pubblico ministero Sabrina Monteverde, il giovane sarebbe stato aggredito il 13 febbraio 2024 da agenti che avrebbero coperto le loro azioni con un falso racconto di autolesionismo.
Presunto pestaggio e uso dei manganelli telescopici
Tutto inizia a Sampierdarena, dove il ragazzo viene fermato per un controllo intorno alle 15:40. Secondo il decreto di perquisizione, durante il tragitto verso gli uffici di piazza Ortiz, un agente seduto accanto al minore sull’auto di servizio, lo avrebbe colpito con pugni alle costole. Una volta giunti negli uffici, la violenza si sarebbe intensifica: un vigile gli sferra un pugno ai testicoli, mentre un altro lo percuote con un manganello telescopico. Le lesioni, certificate da un referto medico dell’ospedale Villa Scassi con una prognosi di 5 giorni, includono un “traumatismo testicolare”.
Autolesionismo o botte?
Il referto iniziale dell’ospedale Galliera, dove il ragazzo arriva in codice rosso alle 21:07, descrive "algie testicolari", ma il verbale redatto dagli agenti racconta una versione diversa. Per loro, il 17enne dopo aver appreso di essere affidato a una struttura, “senza alcun motivo” dava in escandescenza, si toccava i genitali e si accovacciava lamentando dolori addominali, suggerendo un gesto autolesionista. Nessun accenno alle percosse subite, un’omissione che gli inquirenti considerano un falso ideologico aggravato.
La testimonianza della vigilessa
Le prove contro questa narrazione emergono dalle testimonianze di una delle due agenti di polizia locale che hanno sporto denuncia che, presente durante l’episodio, girò un video all’ospedale in cui il fermato, piegato in due, gridava in arabo frasi come "mi avete picchiato, maledizione alle vostre madri", tradotte in seguito dalla squadra mobile.
La chat "Quei bravi ragazzi"
Il giorno successivo, accompagnato dal tutore all'ospedale, il minore confermò di voler denunciare gli agenti. Nella chat "Quei Bravi Ragazzi" un agente sembra vantarsi: "La mia cucina è bella carica di ingredienti, sarà stata pesante la torta", un chiaro riferimento alle percosse. Il giovane, interrogato, riconosce uno degli indagati come il vigile che lo colpì ai testicoli e danneggiò le sue scarpe, e un altro che avrebbe usato il manganello. Il decreto del 16 giugno 2025 ordina perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici dei 15 indagati, incluso il sequestro di sfollagenti e dispositivi per analizzare ulteriori conversazioni. L’inchiesta, scaturita dalle denunce di due vigilesse, mira a verificare se l'uso della violenza sia parte di una prassi diffusa.
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