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Cronaca

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GENOVA - C'è una svolta nell'inchiesta sull'omicidio di Maria Luigia Borrelli, la donna di 42 anni, infermiera di giorno e prostituta di notte, massacrata in vico Indoratori a Genova il 5 settembre 1995. Gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Patrizia Petruzziello, hanno trovato reperti biologici da comparare con il Dna che era stato reperito sotto le unghie della vittima.

Il pm aveva riaperto l'indagine un anno fa dopo il racconto di una supertestimone a cui la madre, anche lei infermiera e collega di Borrelli, aveva fatto delle confidenze. L'anziana, ormai morta, avrebbe detto che la sua collega aveva una relazione con un medico dell'ospedale in cui lavoravano e che la vittima, nelle mani degli usurai per i debiti lasciati dal marito defunto ma lei stessa strozzina, lo ricattava per avere soldi. Il medico è morto nel 2021 dopo un ricovero in un ospedale toscano. Gli investigatori hanno recuperato dall'ospedale i reperti sanitari relativi al ricovero e li hanno consegnati a due consulenti per estrapolare il Dna.

L'incarico è stato assegnato a Simonetta Verdiani, genetista di Genova che si occupò, tra gli altri, dell'omicidio del piccolo Alessandro Mathas, e ad Anna Rocchi, biologa forense dell'Università di Pisa. I risultati arriveranno non prima di 90 giorni. Insieme alla mobile indaga anche la guardia di finanza che avrebbe ricevuto alcune confidenze su un cliente del basso di vico Indoratori come possibile assassino: una pista già seguita all'inizio ma che poi sarebbe stata abbandonata e che ora torna al vaglio. Nelle scorse settimane gli investigatori avevano trovato una nuova testimone che aveva confermato il racconto della supertestimone. La donna ha raccontato di avere visto il primario, alcuni giorni dopo l'omicidio, con graffi al volto e al collo. La vittima era stata prima picchiata, poi colpita con uno sgabello e infine massacrata in più punti con un trapano. Borrelli avrebbe lottato graffiando l'aggressore tanto che sotto le unghie sono state trovate tracce di pelle da cui è stato estrapolato il Dna dell'assassino che comparato allora con quello di una serie di sospettati li ha scagionati tutti.

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