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GENOVA - Tanti aspetti ci fanno comprendere quanto "la nostra tragedia sia stata poco incisiva, purtroppo non ha insegnato quasi nulla" Egle Possetti, rappresentante dei familiari delle vittime di ponte Morandi è stata chiara e netta. A cinque anni dalla tragedia c'è ancora il cuore spezzato con Genova che si è fermata per ricordare le 43 vittime del crollo di ponte Morandi. Cinque anni dopo quella tragica vigilia di ferragosto del 2018 Genova non può dimentica. Il pensiero torna a quella pioggia incessante e alle ore 11.36, il boato, lo squarcio e il pilone numero nove del viadotto sul Polcevera che collassa. Primocanale in diretta con i suoi inviati e le sue telecamere per permettere a tutti di seguire la giornata di ricordo delle 43 vittime di ponte Morandi. Cinque anni dopo si aspetta giustizia per una tragedia ha sconvolto la città.

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Alle 9 nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo della Certosa l'arcivescovo di Genova Marco Tasca ha celebrato la messa in ricordo delle vittime. Diversi i familiari delle vittime che hanno preso parte alla funzione religiosa: Emmanuel Diaz con la mamma, la famiglia di Matti Altadonna, Paola Vicini, la famiglia Robotti e Mimosa Bokrina. "La parola chiave è condivisione - ha ricordato Tasca nella sua omelia -, non siamo soli nella gioia e nel dolore. La tragedia ha riguardato tutta la città. Siamo chiamati a condividere e a dare risposte".

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Dopo la messa la cerimonia si è sposta alla Radura della Memoria, in via Fillak. Qui l'arrivo dei partecipanti alla camminata in ricordo delle vittime organizzata dall'Associazione "Noi per Voi Valle Stura Masone" con 43 bambini che hanno portato un pensiero ai parenti delle vittime. Poi è stata deposta la colonna di fiori da parte delle istituzioni con il vicepremier Matteo Salvini che si è fermato a lungo a parlare con i parenti delle vittime.

Poi è stata la volta dell'esibizione di Jacopo Bellussi, primo ballerino di Hamburg Ballet, che si è esibito su un pezzo di Cromosuoni Vocalensemble guidati da Maya Forgione, con una coreografia di Kristina Paulin, creata appositamente per la commemorazione di quest’anno.

Poi è stata la volta dei discorsi istituzionali. Il sindaco di Genova Marco Bucci ricorda la tragedia di cinque anni fa: "Genova non dimentica, non vuole dimenticare e farà tutto il possibile perché quel giorno non venga dimenticato. Le vittime sono scritte nel nostro ricordo. È stata una grande ingiustizia. Genova ha il dovere di dimostrare al mondo che queste cose non succedano più. Vogliamo che tutto il lavoro che dobbiamo fare vengano fatte bene, con la tecnologia, con il cervello e con il cuore. Fare le cose bene è un dovere. Non possiamo correre il rischio di infrangere la libertà degli altri e figuriamoci la vita".

Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha ricordato il grande lavoro dei soccorritori in quelle concitate ore del post crollo: "Ricordiamo le persone che non ci sono più. Ma siamo qui per chiederci cosa possiamo fare per onorare quelle persone. Giustizia e coraggio sono le due parole che dobbiamo seguire, il coraggio è quello che ci hanno mostrato i parenti delle vittime, la giustizia è quella che ci aspettiamo dal Tribunale. Lavoro che deve portare a verità e giustizia non alla vendetta. Le cose che abbiamo letto fanno accapponare la pelle. Il nostro compito è che un nuovo ponte Morandi non accada. Questo è il compito della politica.

Il vicepremier Matteo Salvini: "Il nuovo ponte è un esempio di rinascita ma conto di tornare l'anno prossimo con il disegno di legge che riconosca anche i cittadini vittime non di una calamità ma perché c'è stato qualcuno che non ha fatto il suo lavoro. Ci sono stati miliardi di euro di profitti, una parte che sarebbe dovuta essere reinvestita in manutenzione e che evidentemente non è stato fatto. Stiamo facendo una ricognizione per recuperare qualche decennio di mancata attenzione. Dobbiamo accelerare con le opere infrastrutturali di cui Genova ha bisogno, basta vedere quello che succede nelle autostrade. Conto di tornare e portare in dote quello che si sarà fatto".

Poi è stata la volta di Egle Possetti che ha usato termini duri nei confronti dello Stato e dell'opinione pubblica rispetto alla tragedia di cinque anni fa e di quello che sta emergendo dall'aula del tribunale: "La nostra percezione - spiega Possetti - è che quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi nell’aula di tribunale in questo maxi processo, non riesca ad incidere sulla società, la verità che sta emergendo forte ed inaccettabile per la sua crudezza, non influenza purtroppo in modo significativo la pubblica opinione. Il sistema autostradale sicuro è ancora una chimera. Il sistema è ancora dannatamente fragile. Tanti aspetti ci fanno comprendere quanto la nostra tragedia sia stata poco incisiva, purtroppo non ha insegnato quasi nulla. Lo Stato non ha fatto i suoi interessi. Questa vicenda resta e resterà per sempre una pugnalata gravissima. In aula troppi “non so”, troppi “non ricordo”. Anche dai tecnici, dagli ingegneri incaricati delle valutazioni ci saremmo aspettati di più, è emersa purtroppo in questa vicenda tanta approssimazione, tanta incompetenza. Molte persone che conoscevano le problematiche di questo ponte ed hanno taciuto, hanno fatto finta di non sentire, hanno “scherzato” con la vita di milioni di persone. Vedremo se la storia saprà darci anche qui un po' di giustizia (Clicca qui).

Alle 11.36 in punto, l'ora esatta della tragedia, Genova si è fermata nel minuto di silenzio, in contemporanea hanno suonato le sirene delle navi in porto e le campane di tutte le chiese della città. A chiudere la cerimonia un'altra esibizione del ballerino Bellussi che ha riproposto un pezzo creato per il primo gala Omaggio a Genova dell’aprile 2019 proprio in ricordo delle vittime.