5 anni insieme, l'Europa di domani


Siamo giunti al termine della nona legislatura del Parlamento europeo. Al momento del nostro insediamento dopo le elezioni del 2019, quando stava cominciando a prendere forma la nuova Commissione Europea e i passi conclusivi della Brexit si stavano compiendo, non potevamo immaginare la gravità delle sfide che avremmo dovuto affrontare negli anni successivi.

Gli effetti della crisi climatica, lo scoppio della pandemia da Covid-19 e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ma anche lo scenario di instabilità geopolitica degli ultimi anni, in particolare con la crisi in corso nel Medioriente, hanno causato un profondo stravolgimento del mondo come lo conoscevamo. Insieme ai colleghi della delegazione del Partito Democratico al Parlamento Europeo, ci siamo battuti affinché l’UE si dimostrasse all’altezza di rispondere.

Il lancio di Next Generation EU è stato un momento spartiacque: per la prima volta nella storia la Commissione Europea può finanziarsi sui mercati autonomamente, grazie al nuovo sistema di risorse proprie che permettono di recuperare fondi per finanziare obiettivi comuni e rendere l’Europa più ecologica, digitale e resiliente. Insieme ad altre decisioni fondamentali, come la creazione dello Strumento SURE su spinta del Commissario Gentiloni, con il quale sono stati sostenuti i sistemi di cassa integrazione nazionali e difeso i posti di lavoro in Europa, o la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita, l’Unione Europea ha dato una straordinaria prova della sua capacità di reagiredinnanzi alle necessità.

Tutto ciò è stato possibile anche grazie al ruolo del Presidente del Parlamento Europeo: un grande uomo, un grande statista italiano ed europeo, David Sassoli. David ci ha lasciati, improvvisamente, l’11 gennaio 2022.Il vuoto che lascia all’interno di ognuno di noi è enorme, ma la grandezza di quanto da lui compiuto in vita, come professionista dell’informazione, prima, e poi come rappresentante dei cittadini e uomo delle istituzioni, colmerà perennemente quel senso di vuoto nella nostra memoria e sui libri di storia.