Vai all'articolo sul sito completo

Commenti

Il centrosinistra e la sindaca Silvia Salis devono rapidamente risintonizzarsi con Genova e i genovesi, altrimenti potrebbero subire un brusco risveglio
3 minuti e 53 secondi di lettura
di Luigi Leone

Detto senza nessuna volontà di strumentalizzare le situazioni e nella convinzione che il principio dell’alternanza al governo di una città (come dell’esecutivo nazionale) sia il migliore: il centrosinistra e la sindaca Silvia Salis devono rapidamente risintonizzarsi con Genova e i genovesi, altrimenti potrebbero subire un brusco risveglio.

In qualche mese di amministrazione della sesta città d’Italia, la coalizione di maggioranza, che ha vinto al primo turno proprio a dimostrazione della volontà di cambiamento da parte dell’elettorato, fra le sue più importanti decisioni ne ha prese tre soprattutto: l’aumento dell’Imu per i canoni concordati, un no definitivo allo Skymetro e, adesso, la rimodulazione, con rincari, delle tariffe Amt.

Ci sarebbe da discutere, in particolare dopo le rivelazioni del nostro editore e già parlamentare Maurizio Rossi, sulla perdita di finanziamenti statali. Ma passi l’accantonamento dello Skymetro. Quando si tratta dell’Imu e dell’Amt, invece, più di qualcosa non va. Salis ha spiegato che spera di poter revocare l’incremento dell’imposta sugli alloggi: vedremo. Sull’azienda dei trasporti, però, non si capisce.

O il centrodestra è popolato di irresponsabili, oppure l’esplosione del “caso” legato al buco di bilancio di Amt proprio con l’arrivo al potere dei suoi avversari ha un sapore, diciamo così, strano. Che l’azienda fosse in passivo lo sapevano pure le pietre e che esista una norma (secondo me da rivedere, almeno in alcuni casi) che impedisce di intervenire sulle imprese decotte (la cosiddetta Legge Madia) è altrettanto noto. Tecnicamente forse ha ragione il centrosinistra. Anzi, arrivo a darlo per scontato. Ma la cura è quella giusta?

Rivedere al rialzo le tariffe è una cosa che sanno fare tutti, però alla gente non frega niente se Salis e gli altri componenti dell’amministrazione si metteranno la medaglietta di aver risanato il bilancio Amt (fino a quando?), perché lo avranno fatto sulla pelle di chi utilizza i bus.

Rincarare i biglietti e gli abbonamenti e lasciare a piedi gli studenti di alcune zone non è quanto si aspettavano i tantissimi che hanno dato fiducia alla sindaca e alla coalizione che la sostiene. E neppure obbligare le persone a farsi certificare un Isee sotto i 12 mila euro per poter beneficiare di alcuni bonus. In precedenza, il centrodestra non proferiva verbo sulle difficoltà dell’azienda e anzi faceva viaggiare gratuitamente gli over 70.

Dei folli, Pietro Picciocchi e compagni, senza dimenticare il governatore ligure Marco Bucci, che era il sindaco di Genova? Non credo. Magari dei furbacchioni, che nonostante ciò non sono riusciti a farsi rieleggere. Però stiano attenti, dall’altra parte: l’ascolto, e Silvia Salis ne ha parlato in abbondanza, deve essere una cosa vera, non solo uno slogan buono per la propaganda. Qualcuno, ad esempio, dovrebbe spiegare dopo quale consultazione sono stati decisi i provvedimenti sull’Amt. A domandarlo sono i sindacati e le organizzazioni degli utenti, non propriamente gente che passa casualmente da Genova.

Credo che il tema dell’ascolto sia davvero cruciale per la politica, tanto che riguardi il centrodestra e tanto che riguardi, ma direi a maggior ragione viste le premesse, il centrosinistra. Basta girare per bar, sui bus (sic!) e nelle piazze per rendersi conto che finora molte attese sul cambiamento delle cose sono andate deluse.

Possibile che in un bilancio come quello di Palazzo Tursi non si trovino dei tagli da fare per dare all’Amt i soldi di cui ha bisogno per il trasporto pubblico? Esisterà pure una scala delle priorità, grazie alla quale stabilire su che cosa vanno postati i primi finanziamenti. Coloro che fanno queste osservazioni non sono fini economisti, sono solo persone che ricorrono al vecchio buon senso.

Lorsignori”, dunque, dovrebbero rammentare che la politica ha sì il dovere di risanare i conti delle cosiddette partecipate e/o controllate, ma prima di tutto ha quello di garantire i servizi pubblici, con il minor peso possibile sui cittadini. Se si parla di gravame indiretto non lo si può fare per contestare il governo nazionale e poi usare la stessa arma se si guida un ente locale.

E quando si parla di trasporti forse è bene non dimenticare che la Liguria e Genova sono la regione e la città più anziane d’Italia e fra le più anziane del mondo. Dunque, con migliaia di pensionati che annualmente prendono pochissimo più dei fatidici 12.000 euro e con quelli devono mangiarci, pagarci le bollette, magari pure l’affitto di casa e anche aiutare i figli e/o i nipoti che guadagnano una manciata di euro. O dopo una certa età è meglio morire?

Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsAppFacebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook