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di Michele Varì
Chi ha preso la macchina e con moglie e figlia ed è arrivato da Urbe (Savona), chi con gli amici è salito su un treno a Torino, il pensionato che ha voluto esserci arrivando in treno da Cogoleto, o chi è giunto da Voltri in scooter, chi da Nervi o da dalla Valbisagno, o a piedi dalla ancora più vicina Castelletto. La coppia che stringe la bandiera della Palestina invece è arrivata da Certosa.

La risposta alla domanda che pone chi cerca un pretesto per rimanere sul divano, "ma ha senso scendere in piazza a Genova per dire no a un massacro che si consuma in medio oriente?", arriva dalle migliaia di genovesi, di persone che per scendere in piazza giungono da ogni parte.


Idealmente dentro questo fiume persone che è tanto lungo che non si riesce a capire dove inizia e dove finisce, c'è tutta Genova, di sinistra certo, anche di centro e pure di destra. Perché l'umanità non ha i colori della politica. Per capire una manifestazione però devi parlare con i manifestanti, sentire i loro respiri e anche i loro affanni dopo chilometri di cammino, non basta scattare una foto e o fare un video, ma devi andarci dentro, come per tutte le notizie, devi stancarti e camminare al fianco di chi è sceso in piazza come ha fatto anche ieri Primocanale, per capire devi sentirti respinto da chi davanti a un microfono e una telecamera per mille motivi, e tutti legittimi, non ha voglia di parlare, devi sentire la prima brezza della sera autunnale e anche l'afa che c'era la sera dei cinquantamila sulla Sopraelevata.

Una serata storica quella del 30 agosto organizzata da Music For Peace per sostenere la partenza della Flotilla, un evento, come dimostrano altre due manifestazioni che hanno visto scendere in piazza migliaia di persone, non casuale.

Genova medaglia d'oro alla Resistenza, come ha confermato anche con la sua anima religiosa dentro la pancia della cattedrale di San Lorenzo, strapiena come non la vedevamo da tempo per la veglia per la Pace voluta dall'arcivescovo Tasca, a cui ha preso parte non solo la sindaca Salis, ma anche con i suoi genuini silenzi un po' imbarazzati, il presidente della Regione Liguria Bucci, Genova, dicevamo, quando c'è da scendere in piazza contro l'indifferenza non delude mai.