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di Giovanni Vassallo*

L’appello dell'editore di Primocanale Maurizio Rossi nei confronti dei gruppi dirigenti della politica genovese sottolinea un tema centrale e ricorrente dell'azione amministrativa: quello del confine sovrapposto tra la legittima coerenza delle posizioni di parte e la necessità di governare processi di trasformazione che necessitano del protagonismo di sensibilità e posizioni differenziate. Vorrei contribuire al ragionamento collettivo non con delle idee, ma con il racconto di due eventi importanti della storia genovese di qualche anno fa di cui sono stato testimone e, insieme ad altri, protagonista. Avvenimenti e decisioni che hanno determinato, una nel bene e l'altra nel male, rispettivamente lo sviluppo e la decrescita di Genova.

Il primo fatto importante è il processo di fusione per incorporazione che ha portato nel 1984 alla trasformazione di Fincantieri da Finanziaria a Società operativa. Allora il settore civile era in crisi, particolarmente pesante nel comparto delle costruzioni mercantile, con produzioni che da tempo non reggevano la concorrenza tedesca e coreana. Il Piano industriale di Fincantieri prevedeva la chiusura totale dello Stabilimento di Sestri Ponente, perché tra tutti i cantieri di navi mercantili era quello che dava i peggiori risultati di redditività e di produttività. Ci fu naturalmente un moto generale di protesta, ma ci fu soprattutto l'unità dei Partiti – consentitemi di citare fra i tanti il Segretario nazionale del mio Partito, Ciriaco De Mita, e il comunista Graziano Mazzarello – che costituì il presupposto politico per realizzare la più grande trasformazione industriale degli ultimi decenni. L’azienda e i Sindacati fecero la loro parte e il risultato fu che furono introdotte nuove linee di produzione e cominciarono a essere prodotti traghetti veloci; i livelli di produzione e produttività aumentarono in quantità e qualità; non si parlò più di salvare i posti di lavoro, ma di realizzare un' industria competitiva che creava reddito da reinvestire e nuovi posti di lavoro qualificati. Dai traghetti veloci si passò poi alla navi da crociera e, una volta completati i lavori di ribaltamento a mare, Sestri Ponente sarà la realtà produttiva di eccellenza della Cantieristica italiana.

La grande occasione persa per la città fu invece nel 1990, quando la Giunta di pentapartito con Sindaco Campart fu sostituita da una Amministrazione di sinistra con Claudio Burlando Assessore all’Urbanistica e formalmente vicesindaco. Uno dei primi atti fu la decisione di non realizzare la “Bretella autostradale Voltri-Rivarolo” in galleria. Vale la pena di sottolineare che l'infrastruttura, a cui tanto aveva lavorato Ugo Signorini Assessore regionale nella Giunta Magnani, era già progettata, approvata e finanziata dal Governo; mancava solo il si definitivo del Comune Quella Giunta disse che era contraria all' infrastruttura e restituì a Roma i soldi. I lavori sarebbero finiti 25 anni fa. Cosi non è stato e ancora oggi la città ne paga le conseguenze. Se è vero che un esempio vale più di mille parole, due esempi dovrebbero insegnarci pur qualcosa in questo travagliato e difficile presente. Infine, una riflessione a margine, che faccio perché stiamo parlando del necessario senso di responsabilità dei Gruppi dirigenti. Sarà anche vero che la Politica non è più cartesiana, ma ci sono delle regole che permangono; a garanzia di tutti e perché dalle parole possano seguire i fatti. La prima è che, quando un militante politico entra in una Istituzione, non può più essere solo un rappresentante di partito. È un pezzo dell’Istituzione, e come tale deve ragionare e comportarsi. La seconda è che quelli che vincono hanno legittimamente potere e corrispondente responsabilità; e dunque sta a loro fare la prima mossa. Poi, come diceva un mio grande maestro nella Prima Repubblica, chi ha giudizio lo usi.

*ex segretario provinciale Dc