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Quando il nostro cane o il nostro gatto ci lascia, il "ponte arcobaleno" verso il dopo è costellato di ricordi, dolore, amore proprio come quando ad andare via è un essere umano. Ma anche di problemi pratici e di un desiderio, umano e profondo, di continuare a stare insieme "per sempre".

Quel compagno peloso che non è più intorno alle nostre gambe a donare amore con il suo tartufo umido e i suoi occhi dolci ha ispirato i poeti dai tempi dei tempi. L'ode al cane di Pablo Neruda ricorda 'la felicità d’essere cane e d’essere uomo trasformata in un solo animale che cammina muovendo sei zampe e una coda con rugiada', Eugenio Montale riserva al cagnetto Galiffa, un bastardino, alcuni tra i suoi primi ricordi infantili divenuti poesia.

E poi al cane scrisse Trilussa ('L’unica compagnia che m’é rimasta, fra tanti amichi, è sto lupetto nero'), del suo cane da caccia (che di cacciare in verità si rifiutava) parlava Totò, e ancora il cane è stato in punta di penna di Buzzati, Rodari, Pascoli e D'Annunzio in rigoroso... ordine sparso.

"In questo luogo giacciono i resti di una creatura che possedette la bellezza ma non la vanità la forza ma non l’arroganza il coraggio ma non la ferocia E tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi", faceva scolpire Lord Byron sulla lapide del suo Terranova, era il 1808.

Sono i cani del cinema a farci piangere poiché in loro riconosciamo quell'amore infinito di cui abbiamo goduto, che abbiamo avuto e dato, in uno scambio che vorremmo non finisse mai. Giù lacrime davanti ad Hachiko che per tutta la vita attenderà il suo padrone (Richard Gere) alla stazione, senza rivederlo più arrivare. Non è il solo titolo naturalmente, ma vale una immagine che li ricorda tutti, perché quella tra cane e uomo è una simbiosi amorosa universale, profonda e antica come è la storia dell'umanità.

Per questo (con qualche ritardo e con una attenzione che per fortuna cresce) anche le amministrazioni comunali liguri stanno organizzando servizi per dare sepoltura a cani o animali da compagnia. L'apripista dei cimiteri per cani e gatti fu negli anni Venti Casa Rosa, sulla Portuense a Roma: l'idea venne a Mussolini, era il 1923, che voleva seppellire l'amata gallina con cui giocavano i figli. Qui trovano sepoltura anche animali famosi, ci sono per esempio i cani degli ex presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Giovanni Leone e i gatti di Anna Magnani e ancora gli animali cari a Fellini o a Brigitte Bardot.

In Liguria esiste una legge regionale che regola la materia, è datata 2020, e permette sia la sepoltura con il padrone sia la creazione di cimiteri per animali privati o pubblici. La legge, proposta e promossa dal Movimento 5 Stelle, deve essere recepita dalle singole amministrazioni comunali per la creazione e la regolamentazione del servizio. Ma i cimiteri interamente dedicati agli animali purtroppo brillano per la loro mancanza in Liguria: al momento ne sono segnalati solo due.

"Al di là dell'Arco Iris” è il primo. Si trova a Roccavignale, in provincia di Savona, ci sono 5mila posti per cani, gatti, uccellini, coniglietti, criceti, in mezzo al verde e alla natura della Val Bormida. Il secondo è invece solo un'area del cimitero comunale alla Spezia: qui c'è uno spazio dedicato alle ceneri degli animali da compagnia, che possono comunque essere tumulate nelle tombe coi loro padroni. Su questo fronte, c'è un tiepido interesse dei comuni liguri per consentire la tumulazione con gli animali d'affezione.

A due anni dalla legge regionale, gli enti che si sono dati da fare sono ancora pochi. L'ultimo in ordine temporale è stato Santa Margherita Ligure, a Genova è possibile già da dicembre 2021, a Ponente si può per esempio a Loano e a Sanremo, mentre il primo paese ad acconsentire di mettere nella stessa tomba cane e padrone era stato Albenga.

Davvero poche esperienze, a fronte di una regione, la nostra, con oltre 280mila cani dotati di microchip a cui si aggiungono gatti, furetti e altri animali. Compagni di viaggio in vita, accompagnati sul ponte arcobaleno, vivi nei ricordi ma ancora poco degni di sepoltura.

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