I sacchetti della spazzatura appesi attorno alla statua di Giuseppe Garibaldi davanti al Teatro Carlo Felice di genova, le scope di saggina in versione plastificata come simbolo di un comparto che ogni giorno si occupa della pulizia della città. I lavoratori ambientali di Genova hanno inscenato un flash mob. La richiesta è chiara: sollevare la questione attorno al contratto di lavoro nazionale scaduto nel 2022. Gli ultimi assunti prendono tra i 1000 e 1200 euro al mese. Per questo per la giornata di mercoledì 10 dicembre 2025 è stato indetto uno sciopero.
"Il contratto ormai è scaduto da un anno e nonostante il primo sciopero che ha visto una massiccia adesione dei lavoratori del settore in tutto il Paese si è riaperto al tavolo ma purtroppo non ha dato i frutti che speravamo - spiega Gianluca Marchiani, segretario provinciale funzione pubblica Cgil -. Chiaramente da parte nostra abbiamo potuto fare altro che indire un'altra giornata di sciopero nazionale perché abbiamo la necessità di arrivare a un accordo dignitoso che preveda un salario adeguato a quello che è l'inflazione che è stata registrata nell'ultimo triennio e che possa portare anche una rivisitazione della classificazione dei lavoratori in modo da dare il giusto sviluppo alla professionalità dei colleghi e dei lavoratori".
Riccardo Ferretti, coordinatore funzione ambientale Fit Cisl Liguria: "I lavoratori coinvolti in questa vicenda sono molti, solo in Amiu sono quasi 2000 dipendenti, bisogna ridare un stipendio dignitoso a tutti i lavoratori. Non siamo una categoria che sciopera perché l'ultimo, a parte quello di due mesi fa, l'abbiamo fatto quasi dieci anni fa quindi ci sono motivazioni vere".
In questi le trattative con le parti datoriali sono proseguite ma non hanno portato ai frutti sperati. "Non abbiamo avuto risposta di nessun tipo quindi siamo stati costretti a fare questa seconda giornata di sciopero - racconta Stefano Scarpato, segretario regione Uil trasporti Liguria -. Domani saremo sotto Palazzo Tursi in via Garibaldi, partiremo da lì con il nostro presidio. Speriamo che le istituzioni ci diano una mano a parlare con le controparti datoriali per chiudere questa vertenza in maniera decorosa e positiva per i lavoratori".
"In questo momento con tutti i contratti fermi e l'inflazione che c'è stata in questi anni è veramente difficoltoso ad arrivare a fine mese perciò noi chiediamo uno stipendio dignitoso per poter andare avanti e mantenere le proprie famiglie" conclude Laura Carretti, segretario provinciale Fiadel.
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