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Fonti qualificate lo confermano: Modena pronta a migliorare la sua offerta per creare il terzo polo bancario italiano
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Il Banco popolare dell'Emilia Romagna (Bper) rimarrà nella partita per acquisire Banca Carige. Lo rivelano a Primocanale delle fonti bancarie qualificate, secondo le quali Bper sfiderà il Credit Agricole mettendo sul tavolo sia un miglioramento dell'offerta iniziale (un euro per l'acquisto e un miliardo di ricapitalizzazione da parte del Fitd) sia argomenti importanti come l'assenza di sovrapposizioni con Carige e buone garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali.

Il Credit Agricole, invece, dovrà probabilmente fare i conti sia con alcune eccessi di presenza in Liguria, dove è proprietario anche di Carispezia, e dal punto vista occupazionale non sarebbe in grado di offrire le stesse assicurazioni dei competitori.

Più di tutto, però, nella posizione di Bper peserebbe la volontà di dare vita al terzo polo bancario italiano, argomento che sembra creare non pochi mal di pancia proprio all'interno del Fitd, maggiore azionista di Carige, controllato da grandi e medie e piccole banche. Mentre le prime fin dall'inizio, in particolare Banca Intesa con il suo presidente Gian Maria Gros Pietro, si sono espresse a favore di Bper, le altre hanno fatto ostruzione, spingendo il timoniere del Fondo, Salvatore Maccarone, ad avere un atteggiamento reticente sull'intero dossier.

Proprio da ciò è nato il no del Fitd alla richiesta di Bper di poter negoziare in esclusiva l'acquisizione di Carige e proprio di conseguenza a questo l'istituto con sede a Modena si è rivolto alla Consob chiedendo che sia fatta chiarezza sull'intera vicenda.

È inoltre prevedibile che prima o poi anche la politica prenda posizione, soprattutto alla luce del fatto che Bper è la punta dell'iceberg di un'operazione strategica qual è la nascita del terzo polo bancario italiano. Questo, fra l'altro, rende anche giustizia all'atteggiamento di Piero Montani, numero uno di Bper ed amministratore delegato di Carige. Secondo fonti attendibili, Montani sta lavorando proprio al l'ampliamento del bacino di Bper e solo incidentalmente la crescita della banca di cui è alla guida passa attraverso un istituto di cui a suo tempo è stato il "grande capo".

Considerando la piega che sta prendendo il dossier Carige, ci si attende che anche la politica locale si pronunci. È stata molto loquace quando si è trattato di difendere scelte rivelatesi poi sciagurate (la presa di potere dei Malacalza) e per carità di patria non riandiamo ai tempi in cui al timone c'era Giovanni Berneschi, "padre padrone" di Carige prima di finire in grossi guai giudiziari. Ma su tutte le ultimissime vicende il silenzio è stato assordante. Qualcuno batterà finalmente un colpo?

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