È stato pubblicato sul sito di Arlir l’avviso esplorativo per raccogliere le manifestazioni di interesse finalizzate alla realizzazione e all’affidamento in concessione dell’impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti in Liguria. Un passaggio chiave nel percorso avviato dalla Regione per dotarsi di una struttura in grado di garantire l’autosufficienza sul trattamento dei rifiuti urbani.
Il bando prevede una capacità complessiva minima di 220mila tonnellate annue, soglia ritenuta sufficiente per assicurare la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani a livello regionale. La capacità potrà arrivare fino a circa 320mila tonnellate all’anno qualora vengano dimostrate sinergie positive, anche dal punto di vista della sostenibilità economica, con flussi di rifiuti speciali liguri che oggi vengono conferiti in discarica o inviati a impianti fuori regione. A questo punto entra in gioco anche l'area di Scarpino con l'amministrazione comunale che dovrà dare una risposta. Nella maggioranza di Silvia Salis non tutti però sono favorevoli ad un termovalorizzatore, Avs e Cinque Stelle da sempre dicono no.
«L’obiettivo di questa amministrazione regionale, a partire dal presidente Bucci e mio, resta quello di realizzare un impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti – spiega l’assessore regionale all’Ambiente Giacomo Raul Giampedrone – per superare definitivamente il conferimento della quota residua di rifiuti indifferenziati in discarica, su cui il sistema ligure si è basato fino al 2015». Secondo Giampedrone, l’impianto permetterà alla Liguria di diventare autonoma su questo fronte, con ricadute positive anche sui costi sostenuti dai cittadini per il trasferimento dei rifiuti fuori regione.
L’assessore ricorda inoltre il percorso avviato negli ultimi dieci anni: dal rinnovo del Piano regionale dei rifiuti nel 2022, che ha introdotto per la prima volta la chiusura del ciclo in Liguria, all’aumento della raccolta differenziata, passata dal 38% al 61% a livello regionale. In parallelo, sono in fase di realizzazione o potenziamento gli impianti intermedi per il trattamento delle frazioni organiche e del verde, come quelli di Saliceti nello Spezzino, di Colli nell’Imperiese e di Ferrania a Cairo.
Resta centrale il ruolo delle amministrazioni locali. Il loro assenso sarà indispensabile e verrà formalizzato dopo la conclusione della fase esplorativa. I soggetti privati interessati dovranno indicare nei progetti anche il sito prescelto per l’impianto, preferibilmente tra quelli individuati come più idonei dallo studio Rina. L’adesione formale del Comune interessato rappresenterà in questa fase un elemento premiante nella valutazione delle proposte di partenariato pubblico-privato.
Gli operatori economici avranno 60 giorni di tempo dalla pubblicazione dell’avviso per presentare le proprie proposte ad Arlir, che procederà alle valutazioni e trasmetterà gli esiti alla Giunta regionale.