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Attualità

1 minuto e 35 secondi di lettura
di Eva Perasso

Tutto è pronto per il grande pranzo di Natale della comunità di Sant'Egidio a Genova. L'appuntamento che ogni anno accoglie i fragili e i bisognosi, invitandoli uno per uno e ospitandoli grazie alla grande rete di volontari e di chi ha donato cibo, regali, o il proprio tempo. I pranzi sono tanti tra centro e periferie della città, con una dimensione familiare. L'obiettivo è dare un pasto alle persone per contrastare la solitudine. "Accoglieremo tante persone, l'anno scorso erano 14mila ma potrebbero essere anche di più quest'anno, inclusi tutti i carcerati della Liguria. I volontari invece sono mille", spiega a Primocanale Sergio Casali, portavoce della Comunità di Sant'Egidio.

I luoghi in città, dal centro alle periferie

Il pranzo più simbolico è dentro la basilica della Nunziata: dopo la Messa di mezzanotte verranno tolte le panche e preparati i tavoli. Quest'anno poi c'è la novità del salone del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale, e poi le periferie dalla Valbisagno, la Val Polcevera, Begato, Sampierdarena, Cornigliano a Villa Bombrini con pranzi pieni di famiglie, bambini, immigrati, e ancora due a Pra' nella parrocchia di San Rocco e poi il pranzo nella scuola al Cep. Un modo per dare un messaggio: "Il pranzo di Natale non è solo un gesto filantropico di alcune persone ma il tentativo di dare un innesto alla nostra città della cultura della gratuità", commenta Casali.

La forza dei volontari

"C'è tanto lavoro sotterraneo nascosto, tanta passione che tante persone dedicano, per esempio la scelta dei regali personalizzati, e poi tanti giovani che lavorano da giorni per rendere i luoghi calorosi e accoglienti. Ci teniamo che sia un pranzo accogliente: c'è chi cucina, chi pulisce, chi sistema la sala, ma poi è molto prezioso sedersi a tavola con chi è venuto ospite. Perché sia un momento in cui ricostruire un tessuto connettivo che nella nostra città è lacerato perché le persone non si incontrano più".

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