Salgo sull'1 a Caricamento insieme alla pattuglia serale della polizia locale. Sono in sei stasera, divisa e giubbotto antitaglio, radio sempre accesa. È il primo weekend del progetto "Sicurezza in movimento", partito sabato 29 novembre, e l’aria è quella di chi non vuole lasciare nulla al caso. L’autista fa cenno di salire. "Finalmente vi vediamo anche di notte", dice mentre apre le porte. Non serve aggiungere altro: l’ultima aggressione a un suo collega, è ancora fresca nella memoria. La pattuglia è mista e il piano è semplice: turni operativi concentrati sui nodi più caldi – Avio/Molteni, Cantore, Buozzi/Di Negro, Francia/Matitone – e sui capolinea dove i bus restano fermi anche venti minuti, facili prede di chi cerca guai.
A Genova sono scattate le nuove misure di protezione sui mezzi e nelle aree della mobilità cittadina, con l’aiuto della polizia locale, mentre, a seguito dell’ennesima aggressione al personale, i sindacati hanno presentato in Regione il progetto per l’introduzione, a bordo dei treni regionali, delle guardie giurate.
"Sicurezza in movimento" prevede un rafforzamento della presenza della polizia locale a bordo dei mezzi e nei luoghi della mobilità cittadina, per tutelare i passeggeri e il personale Amt. Il venerdì e il sabato si prevede la presenza serale e notturna di sei agenti nei capolinea e alle fermate maggiormente esposte a episodi di degrado. Alcune pattuglie, in borghese, si occuperanno di contrastare borseggi e scippi, sia a bordo dei mezzi sia nelle zone di maggiore affluenza del trasporto pubblico.
Alle 23.47 arriviamo a Di Negro. La fermata di via Cantore è deserta, a parte qualche lavoratore della notte in attesa del bus. Il funzionario della polizia locale sale per primo: "Possiamo fare un controllo? Va tutto bene?", si mischia, osserva. Niente di strano. Sul bus precedente, un altro mezzo che segue la stessa tratta, c'è stata una criticità: un passeggero ubriaco stava dando fastidio. Con la presenza della polizia la centrale riceve la segnalazione in tempo reale – il sistema è collegato – e in meno di quattro minuti si è risolto tutto. "Funziona", mi dice l’autista di questo turno mentre riparte. "Prima restavamo soli".
Verso mezzanotte ci spostiamo al capolinea di Caricamento. Qui il clima è diverso: luci al neon, qualche senzatetto che cerca riparo, un paio di gruppetti che fumano. Un agente controlla i documenti a chi sembra troppo agitato. Nessun fermo, solo presenza. È questa la parola che si ripete a tutti: presenza. L’autista abbassa il finestrino: "Grazie ragazzi, stanotte si respira". In una città dove negli ultimi mesi gli episodi di violenza sui mezzi pubblici hanno fatto notizia quasi ogni settimana, queste notti in divisa sono una risposta concreta che Genova ha messo in campo. Non è la soluzione definitiva – i sindacati lo ricordano, e proprio recentemente hanno depositato in Regione il progetto per le guardie giurate sui treni – ma per autisti e passeggeri è già un pezzo di normalità riconquistata. Scendo dal mezzo in piazza Corvetto. L’ultima corsa della metro è passata da un pezzo, ma per la prima volta da tanto tempo non mi guardo le spalle.