Una lunga giornata di lotta e protesta, lo avevano annunciato è così è stato. I lavoratori dell'ex Ilva di Genova sono scesi in piazza per dire "no" al piano del Governo che prevede il taglio della produzione di 200mila tonnellate di zincatura a Cornigliano. E così dalla mattina presto i lavoratori hanno preparato i mezzi meccanici pronti a partire in direzione del centro. Un lungo corteo che ha visto la partecipazione dei metalmeccanici di Genova. In sciopero e solidarietà tante realtà produttive della città: accanto a loro i lavoratori portuali. Da Cornigliano il serpentone si è districato per via Cantore, via Gramsci, piazza della Nunziata, le gallerie. Qui la pala e gli altri mezzi di lavoro utilizzati in fabbrica hanno guadagnato la testa del corteo. L'arrivo in una prefettura blindata: da una parte la grata, oltre la polizia schierata in tenuta antisommossa. Sale la tensione. Prima i manifestanti sbattono forte i caschetti contro la rete di separazione. I lanci di fumogeni e uova da una parte con la polizia che rilancia con lacrimogeni e candelotti. Vola anche qualche caschetto.
Un operaio denuncia di essere stato colpito alla testa. Dei cavi vengono fatti passare oltre la grata, quindi il mezzo meccanico traina via parte della rete. Inizia un lungo conciliabolo tra i manifestanti e le forze dell'ordine. Il ministro Urso è il più bersagliato dai cori. Arriva anche la sindaca di Genova Silvia Salis che parla con i lavoratori. La richiesta che arriva da chi è sceso in piazza è quella di far sospendere il consiglio comunale e quello regionale in segno di vicinanza. Quindi la decisione: i lavoratori in corteo si muovono verso la stazione ferroviaria di Brignole, qualche metro più in là. Pochi minuti e la stazione viene occupata. I binari restano liberi. Arriva anche il presidente Bucci che spiega cosa dirà questo venerdì al ministro Urso e che si sta lavorando per far arrivare i rotoli a Genova anche da altre parti, non solo da Taranto. Ore di tensione: i tabelloni segnano la lunga lista di treni in ritardo o cancellati. Nel mentre la contromanifestazione organizzata da alcuni cittadini e negozianti di Cornigliano viene annullata. Ancora qualche minuto poi la decisione: si torna a Cornigliano. Inizia il lungo corteo al contrario, questa volta si passa da Corso Aurelio Saffi, poi il percorso da via Gramsci in poi è lo stesso dell'andata. La lunga giornata termina. Il presidio in piazza Savio no, quello prosegue.
La cronaca della giornata
16.20 - I lavoratori hanno raggiunto piazza Savio dove dormiranno, in attesa dell'incontro di domani a Roma con il ministro Urso. A chiudere la giornata di protesta Armando Palombo: "Noi rimaniamo qui, dormiamo qui e vedremo cosa succederà domani. L'appuntamento per domani è alle 8 in fabbrica, come tutti gli altri giorni". Le tute blu hanno rimesso i mezzi come prima e bloccano la piazza. Via Roma è stata riaperta al traffico, così come parte di via Cornigliano. Chiusa invece la Guido Rossa, sia in entrata che uscita da e per piazza Savio.
Ore 16.10 - I lavoratori raggiungono i giardini Melis dove sarebbe dovuto essere in corso la "contro" manifestazione indetta (e poi cancellata) da un comitato del quartiere contro le modalità di sciopero dei lavoratori. Diversi i cori intonati dal corteo: "Cornigliano siamo noi" e "Dove sono i comitati?".
Ore 15.50 - Il corteo ha raggiunto via Pieragostini, prima del ponte di Cornigliano. Riaperta via Cantore e piazza Vittorio Veneto.
Ore 15.39 - Il corteo ha raggiunto via Cantore e si dirige verso piazza Cornigliano. Torneranno, come da programma, in presidio in piazza Savio. La strada è chiusa per permettere il passaggio delle persone mentre si registrano interruzioni al traffico in zona.
Ore 15.30 - La circolazione ferroviaria riprende ma è fortemente rallentata. I treni Intercity e Regionali possono registrare un maggior tempo di percorrenza fino a 120 minuti. I treni Intercity e Regionali possono subire limitazioni di percorso e cancellazioni. Ecco i treni Intercity direttamente coinvolti con un maggior tempo di percorrenza superiore a 60 minuti:
• IC 597 Milano Centrale (10:50) - Salerno (0:35)
• ICN 854 Reggio Calabria Centrale (22:17) - Torino Porta Nuova (15:40) del 3 dicembre
Treni Intercity direttamente coinvolti e oggetto di variazioni:
• IC 670 Genova Piazza Principe (14:19) - Milano Centrale (15:58): il trenooggi è cancellato tra Sestri Levante e Genova Piazza Principe. I passeggeri possono proseguire il viaggio con i primi treni utili a cura dell'Assistenza Clienti di Trenitalia.
• IC 665 Sestri Levante (14:38) - La Spezia Centrale (15:21): il treno oggi è cancellato tra Genova Piazza Principe e La Spezia. I passeggeri possono proseguire il viaggio con i primi treni utili a cura dell'Assistenza Clienti di Trenitalia.
Ore 13.58 - I lavoratori hanno lasciato la stazione per dirigersi verso Cornigliano. Da piazza Verdi il serpentone si sposta verso corso Aurelio Saffi. Sono in atto le seguenti modifiche alla viabilità:
• Via Canevari: chiusa da corso Montegrappa
• Tunnel Archimede: chiuso in direzione via Tolemaide
• Via Tolemaide: traffico deviato verso mare su corso Torino
• Piazza delle Americhe / Piazza Verdi: chiusure in atto
• Chiusure temporanee su Cadorna – Ayres – Barabino – Diaz al passaggio del corteo.
La situazione comporta forti rallentamenti e traffico congestionato in bassa Valbisagno, Foce e zona centrale della città.
Ore 13.18 - Il presidente della Liguria Marco Bucci è arrivato alla stazione di Brignole, ed ha raggiunto i lavoratori fermi sulla banchina: "Era giusto che venissi qui - afferma Bucci - "Come ho detto martedì sera, noi continuiamo a lavorare per avere produzione dell'acciaio a Cornigliano, qualcosa che viene fatto non solo per Genova ma per tutta l'Italia. Lotteremo per questo, per far sì che latta e zincato siano prodotti a Genova. Domani mattina sarò a Roma per un nuovo incontro con il ministro Urso, non posso garantirvi che tornerò' vincitore, ma lavoreremo per voi. Ovviamente lavoriamo con lo stabilimento di Taranto perché il materiale arrivi da lì, ma dobbiamo cominciare a lavorare con altri produttori di coils. Un'azione che stiamo cominciando a fare ora, perché ci sia possibilità di lavorare per Cornigliano. Questi i nostri obiettivi, da questo pomeriggio lavorerò per voi. Mi raccomando - conclude il presidente "evitiamo situazioni difficili"
Ore 12.53 - Entrati nell'atrio della stazione Armando Palombo ha preso parola, annunciando l'occupazione della stazione. Sono circa un migliaio gli operai che hanno invaso le banchine della stazione di Brignole. Dai megafoni della stazione sono stati annunciate le cancellazioni di diversi treni che sarebbero dovuti arrivare in stazione.
Ore 12.40 - Il corteo è arrivato davanti alla stazione ferroviaria di Genova Brignole.
Ore 12.30 - Lavoratori in corteo si muovono su via Serra verso la stazione ferroviaria di Brignole.
Ore 12.15 - anche la sindaca Silvia Salis davanti alla Prefettura per un breve confronto con i lavoratori: "Domani sarò ricevuta a Roma dal ministro Urso, ribadirò la richiesta di spiegazioni sul futuro dell'azienda, per sapere cosa succederà nel caso in cui a marzo non arrivino offerte per l'acquisizione degli stabilimenti"
Ore 12:10 - Dopo un breve raccoglimento dei lavoratori è arrivata la decisione: il corteo si sposta verso la stazione ferroviaria di Brignole. Armando Palombo della Rsu dell'ex Ilva, ha annunciato: "Blocchiamo i binari".
ORE 12 - Un operaio Fiom è stato ferito alla testa durante il teso confronto in atto tra manifestanti e polizia davanti alla prefettura di Genova. L'operaio ha una ferita alla testa, probabilmente è stato colpito dal lancio di un fumogeno. Intanto i manifestanti, con un mezzo da lavoro, hanno staccato una parte degli alari a protezione della prefettura. In precedenza i manifestanti al grido di "Urso sei un codardo" e "Urso vaff..." avevano intonato cori
contro il ministro delle Imprese.
ORE 11.45 - La polizia ha riposizionato parte della grata e ha parcheggiato uno dei tanti mezzi presenti a chiudere la strada per non permettere l'entrata dei lavoratori. Anche gli agenti hanno lanciato fumogeni per far disperdere e allontanare i lavoratori.
ORE 11.30 - Lavoratori sradicano la grata montata questa mattina dalla polizia con dei cavi legati a uno dei mezzi da lavoro della fabbrica. "Vogliamo lavorare, ci dovete arrestare" e "Urso bugiardo, sei solo un codardo". Uova e bottiglie vengono lanciate contro i muri della prefettura.
ORE 11.15 - I lavoratori hanno raggiunto largo Lanfranco dove la polizia aveva posizionato una grata per impedirgli l'accesso. Decine di persone hanno iniziato a sbattere e lanciare i caschetti al grido di "lavoro, lavoro. Ci dovete arrestare tutti".
ORE 11 - Il corteo ha raggiunto piazza della Nunziata e sta per imboccare le gallerie verso la prefettura. Alta tensione in largo Lanfranco dove ci sono almeno venti camionette della polizia. Via Buozzi e via Gramsci riaperte al traffico.
ORE 10:50 - La testa del corteo ha raggiunto Stazione Marittima. Riaperto a Sampierdarena il casello di Genova Ovest e via Cantore. Riaperta anche via Cornigliano.
ORE 10.30 - Il corteo ha superato via Cantore e ha raggiunto la zona di Dinegro.
ORE 9:45 - Il corteo ha superato il ponte di Cornigliano e dopo un breve stop in via Pieragostini ha ripreso in direzione centro città.
ORE 9:25 - Il corteo è appena partito dai giardini Melis. Centinaia i lavoratori si muovono in direzione centro città.
La visita della sindaca Salis: "Non forniamo alibi"
La sindaca di Genova Silvia Salis è arrivata a portare i suoi saluti e la solidarietà ai lavoratori. Nell'occasione ha rinnovato l'appello che già ieri era stato fatto dall'arcivescovo di Genova, Marco Tasca, alla non violenza: "Non forniamo alibi". "Come Chiesa genovese partecipiamo al momento drammatico per i lavoratori di Acciaierie d'Italia e per tutta la città e auspichiamo che governo, istituzioni e tutte le parti in causa, con responsabilità e impegno, giungano in tempi rapidi ad una soluzione della crisi" aveva detto ieri l'arcivescovo. "Rivolgiamo un accorato appello affinché nelle manifestazioni si eviti in tutti i modi il ricorso alla violenza e si privilegi la via del dialogo".
Alle 9 il concentramento
Gli stessi veicoli li accompagneranno da Cornigliano fino alla Prefettura, in largo Lanfranco. La piazza è stata chiusa intorno alle otto del mattino per l'arrivo di diverse camionette della polizia, in servizio per l'ordine pubblico durante la giornata. Alle nove sono state inoltre chiuse via San Giovanni D'Acri e via Cornigliano, per permettere il passaggio delle centinaia di lavoratori in marcia verso i giardini Melis, dove si uniranno a gli altri operai delle diverse fabbriche aziende metalmeccaniche del territorio. Il percorso del corteo comprenderà via Cornigliano → Pieragostini → Degola → Montano → Cantore → Buozzi → Adua → Gramsci → Nunziata → Portello → Corvetto → Prefettura.
Oltre 20 blindati polizia davanti a Prefettura Genova
Oltre una ventina di blindati della polizia sono arrivati davanti alla Prefettura di Genova in vista dello sciopero generale dei lavoratori metalmeccanici proclamato dai sindacati oggi nel capoluogo ligure per la vertenza ex Ilva. Il concentramento del corteo è previsto alle 9 ai giardini Melis di Genova Cornigliano vicino allo stabilimento siderurgico con direzione verso il centro di Genova e arrivo previsto davanti al palazzo locale del governo. Via Roma davanti alla Prefettura così come via San Giovanni D'Acri in direzione monte a Cornigliano sono state chiuse al traffico per la manifestazione.
Il segretario della Fiom Cgil De Palma: "Stiamo scioperando per la dignità del lavoro"
"Stiamo scioperando per la dignità del lavoro - dichiara il segretario generale della Fiom Cgil Michele De Palma -. Perché è inaccettabile che il governo, che aveva presentato un piano che noi avevamo condiviso, in cui c'erano tre 'DRI' e quattro forni elettrici, di cui uno a Genova, per garantire la continuità produttiva e occupazionale ma anche la decarbonizzazione, invece a un certo punto abbia cambiato completamente le carte in tavola e abbia fermato tutti gli impianti".
Venzano (Fim Cisl): "Uno schiaffo dal Governo, il lavoro non si tocca"
Christian Venzano, segretario generale della Fim Cisl Liguria: "Sono stati tre giorni intensi dove abbiamo messo in campo nuove iniziative di mobilitazione perché non siamo usciti soddisfatti dall’incontro di Roma perché il governo non ferma l’idea del ciclo corto e questo è pericoloso per tutto il gruppo e il rischio concreto per lo stabilimento di Cornigliano che, se dovesse fermarsi chiuderebbe per sempre. Dopo aver ottenuto la continuità produttiva della banda stagnata dall’incontro al MIMIT, con la mobilità di questi tre giorni non siamo riusciti ad ottenere la continuità produttiva anche per la banda zincata, per arrivare a marzo. Oggi come Fim e Fiom siamo in corteo con la solidarietà di tutte le aziende metalmeccaniche di Genova verso la Prefettura che è l’organismo in città del Governo per essere ascoltati dal Prefetto di Genova, vogliamo evitare di compromettere il futuro degli impianti di Cornigliano e del gruppo siderurgico più grande d’Europa. Insieme alle lavoratrici e i lavoratori di tutte le fabbriche e con la solidarietà della città che sentiamo vicina e ringraziamo, noi siamo dalla parte delle forze dell’ordine e chiediamo sostegno da parte di tutti per questo momento così difficile per il mondo del lavoro".
"Quello che ci ha riportato il Presidente della Regione, Marco Bucci che ringraziamo per la vicinanza, non è però accettabile, sentirsi dire che il Ministro dell’economia Giorgetti, nomina una legge europea che impedisce allo Stato di aiutare un azienda in amministrazione straordinaria, ma evidentemente non è ben chiaro che l’amministrazione straordinaria ha l’obbligo nella sua funzione di mantenere il valore aziendale dei suoi asset e il caso è proprio questo perché la non continuità o la mancanza di manutenzione può compromettere tale valore visto la condizione attuale degli impianti. Per salvare definitivamente la siderurgia bisogna tornare al piano condiviso con le organizzazioni sindacali per dare continuità produttiva ai siti del nord e prendersi la responsabilità del rilancio della siderurgia in attesa di investitori industriali e del settore con capacità economiche. Il Governo torni ad essere quello che ha promesso il rilancio della siderurgia ed esca da questa nuova posizione che rischia di portare alla chiusura”, spiega Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria.