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Attualità

Nel locale lavorano dalle 10 alle 12 persone a seconda del periodo dell'anno. Il titolare: "Autostrade ci ha offerto una cifra per il fermo produzione che è un terzo del valore attuale dell'attività"
2 minuti e 53 secondi di lettura
di Andrea Popolano

"Noi siamo l'attività che subisce il danno maggiore", Renzo Mazzone è il titolare, insieme alla moglie, del bar-trattoria-pizzeria di viale Brigate Partigiane nel quartiere della Foce a Genova. Il progetto del tunnel subportuale porterà all'abbattimento della palazzina dell'Aci dove oggi ci sono Genova Parcheggi, Spazio Genova e appunto il bar-trattoria-pizzeria. Mentre il distributore di carburante verrà spostato un po' più a monte. La modifica del piano urbanistico comunale ha infatti spostato più verso Nord l'uscita e l'ingresso del tunnel dal lato della Foce.

Durante la commissione che si è svolta nella sede storica dell'Aci l'11 novembre è emerso come il progetto del tunnel preveda la demolizione della sopraelevata. Una scelta che ha scatenato non poche polemiche. La decisione di realizzare il tunnel subportuale venne presa dalle istituzioni, nazionali e locali, come risarcimento da parte di Autostrade per l'Italia dei danni causati dal crollo di ponte Morandi. L'accordo è stato stipulato il 14 ottobre 2021 tra Autostrade per l'Italia, la Regione Liguria all'epoca guidata da Giovanni Toti, l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale che aveva come presidente Paolo Emilio Signorini e il Comune di Genova con l'allora sindaco Marco Bucci. Al governo c’era Mario Draghi con il ministro Enrico Giovannini a capo del dicastero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili.

No al tunnel subportuale fino a che siamo in tempo

Il locale si trova da lì dagli anni Cinquanta. L'attività è poi passata di mano nel 1989. Da allora è un riconosciuto luogo di ritrovo per chi lavora e vive nella zona. "Il nostro problema - spiega Mazzone - è che Autostrade ci ha chiesto di trovare una soluzione alternativa e che ci avrebbe pagato il fermo produzione. Ma il valore offerto è praticamente un terzo di quello dell'attività. Così trovare un altro locale con le stesse caratteristiche è quasi impossibile. Senza considerare che bisognerebbe poi finanziare gli eventuali lavori e predisporre tutto per far ripartire l'attività, praticamente ripartendo da zero clienti".

Oggi il bar-trattoria-pizzeria di viale Brigate Partigiane conta dai 10 ai 12 dipendenti a seconda del momento dell'anno. Uno spazio di poco meno di 200 metri quadrati. "Noi vogliamo andare avanti con l'attività - spiega Mazzone che paga all'Aci un affitto per gli spazi -. Ci sono dieci famiglie a cui bisogna garantire uno stipendio. Stiamo cercando un locale che abbia le stesse caratteristiche del nostro in modo da poterlo acquisire e non lasciare ferma l'attività ma non è facile trovarlo e sicuramente non al prezzo offerto da Autostrade per l'Italia".

C'è preoccupazione per quale sarà il futuro tra i dipendenti del locale così come da parte di chi lo gestisce. "Noi siamo i più penalizzati - attacca Mazzone -. Genova Parcheggi è del Comune e una soluzione verrà trovata sicuramente, Spazio Genova ha trovato dei nuovi spazi e il distributore verrà fatto spostare di qualche metro". Il bar-trattoria-pizzeria invece rischia di non avere la forza economica per ripartire.

Ad oggi non sono ancora arrivati documenti ufficiali dello sfratto. Entro novembre del 2026, così come emerso durante l'ultima commissione, gli spazi dovrebbero essere liberati. Sempre entro il 2026 dovrebbe arrivare il bando di gara con l'assegnazione dei lavori per la realizzazione del tunnel. Nel 2024 è già partito un cantiere zero, ma si tratta di opere propedeutiche. Ma sull'opera pende il problema dei costi: si era partiti da 700 milioni, pochi mesi dopo erano già saliti a 900 milioni e ad agosto in Comune la sindaca di Genova Silvia Salis ha spiegato che Aspi ha annunciato un ulteriore aumentano dei costi di realizzazione del tunnel subportuale di Genova arrivato a costare oggi oltre un miliardo e 129 milioni.

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