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Attualità

Dopo l’articolo di Maurizio Rossi su Primocanale, le reazioni su Instagram e Facebook mostrano un fronte quasi unanime contro l’abbattimento della Sopraelevata. Tra scetticismo, nostalgia e rabbia, i genovesi difendono la loro arteria simbolo.
3 minuti e 13 secondi di lettura
di Matteo Cantile

Genova non vuole perdere la Sopraelevata. Dopo la diretta di Primocanale dalla sede dell’Aci e l’articolo dell’editore Maurizio Rossi, che ha sollevato dubbi sulla futura uscita del tunnel subportuale alla Foce e sulla possibilità di un suo abbattimento, le reazioni sui social si sono moltiplicate, travolgendo le pagine di Primocanale con moltissimi di commenti tra Instagram e Facebook. Quasi tutti i cittadini si schierano compatti: nessuno vuole che la Sopraelevata venga demolita prima di vedere realizzato, e testato, il nuovo tunnel.

Il fronte contrario

Su entrambe le piattaforme prevale un tono acceso e diffidente. Gli utenti parlano di un errore strategico, di una perdita irrazionale e di una scelta che “non risolve i problemi ma li sposta sottoterra”. La preoccupazione più ricorrente è quella della sicurezza e della viabilità: molti temono che, eliminando la Sopraelevata, le lunghe code oggi visibili sul viadotto si trasferirebbero dentro il tunnel, con il rischio di restare bloccati per minuti o ore in un ambiente chiuso e potenzialmente pericoloso. “Meglio fermi sopra il porto a guardare le navi che chiusi in un tubo senza aria”, scrive un utente, riassumendo lo spirito diffuso.

Le voci di Facebook e Instagram

Su Instagram, dove la discussione è partita dal post legato all’articolo di Rossi, molti commentatori hanno espresso un attaccamento emotivo verso l’infrastruttura. “Da quando sono nata è lì, e la vista che si ha percorrendola è meravigliosa”, scrive una lettrice, mentre altri parlano della Sopraelevata come di una “arteria insostituibile per la mobilità genovese”. Su Facebook, la reazione è ancora più veemente. C’è chi denuncia “un progetto inutile e faraonico”, chi chiede “un referendum prima di toccare una strada così importante”.

Scetticismo e disillusione

Molti genovesi ricordano come il tunnel sia ancora lontano da una fase operativa concreta. “Non c’è la gara, non c’è la talpa, non c’è nulla di pronto”, scrivono in diversi, ironizzando sui tempi di realizzazione dell’opera. Qualcuno sottolinea che “prima che il tunnel sia finito, la Sopraelevata sarà già ruggine”.
Tra sarcasmo e amarezza, emerge una sfiducia profonda nei confronti della capacità di completare l’opera nei tempi previsti.

Un simbolo urbano e affettivo

Al di là degli aspetti tecnici, la Sopraelevata continua a essere percepita come parte del paesaggio e dell’identità genovese. Molti ne difendono la funzione estetica e la memoria collettiva, ricordando il panorama che offre sul porto, le luci delle navi e la sensazione di libertà che accompagna il suo percorso sospeso sul mare. “Senza la Sopraelevata, Genova si divide in due”, scrive un utente, a cui fa eco un altro: “Piuttosto me la faccio a nuoto”. Tra ironia e affetto, la difesa dell’Aldo Moro diventa una dichiarazione d’amore per la città e per la sua storia.

Posizioni che confermano il nostro sondaggio

Le reazioni raccolte sui social confermano in pieno quanto già emerso dal sondaggio Primocanale–Tecné, pubblicato a gennaio 2025: il 69% dei genovesi ritiene che la Sopraelevata debba restare, e i commenti su Instagram e Facebook lo ribadiscono con forza. L’opinione pubblica cittadina, dunque, non è cambiata: la maggioranza dei genovesi continua a percepire l’arteria come un’infrastruttura necessaria e simbolica, da preservare anche qualora il tunnel subportuale venisse realizzato. Le discussioni online, animate da toni diretti e spesso emotivi, rappresentano la manifestazione più spontanea e attuale di quel sentimento diffuso che i dati avevano già misurato mesi fa: Genova non vuole perdere la sua Sopraelevata.

Un tema che resta aperto

In questa fase, il Comune e Autostrade per l’Italia assicurano che il destino della Sopraelevata sarà deciso solo dopo il completamento del tunnel, stimato in almeno sette anni. Ma la discussione pubblica è già esplosa, e la rete si è trasformata nel termometro del malcontento. Genova, oggi, non è pronta a dire addio alla sua Sopraelevata: troppo importante, troppo familiare, troppo legata alla vita quotidiana per essere cancellata in nome di un progetto che molti giudicano ancora incerto, costoso e incompleto.

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