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Attualità

2 minuti e 5 secondi di lettura
di Maurizio Rossi

La commissione che Primocanale ha mandato in diretta dalla sede dell’Aci, dedicata al tema dell’uscita del tunnel subportuale alla Foce, ha indicato alcune possibili soluzioni — o forse decisioni già definitive — comunicate oggi solo per far sembrare che esista un finto dibattito.
Dobbiamo prenderne atto o possiamo ancora discuterle? È questa la prima riflessione che mi viene spontanea dopo aver ascoltato quanto detto dai vari relatori.

Le dichiarazioni ascoltate sono infatti molto delicate e di difficile comprensione e interpretazione, e meritano di essere approfondite nel dettaglio.
Bisogna quindi riguardare con attenzione tutta la commissione — che abbiamo integralmente registrato (RIGUARDA QUI) — per capire punto per punto quali domande vadano poste agli interlocutori presenti.

Ad esempio, non è chiaro per nulla lo “studio dei flussi di traffico” in ingresso e in uscita alla Foce come a Sampierdarena.
Avete presente le lunghissime code che vediamo spesso sulla Sopraelevata? Se la buttiamo giù, quelle code si sposteranno dentro al tunnel: resteremo per decine di minuti intrappolati lì dentro, in attesa di uscire, sperando che gli impianti di aerazione funzionino al meglio?
E cosa accadrà in caso di incidenti, come quelli che oggi capitano spesso sulla Sopraelevata? Oggi, almeno, restiamo fermi sopra il porto a guardare le navi. Domani rischiamo di restare chiusi nel tunnel, in attesa di soccorsi e soluzioni.

E che fine dovrebbe fare, quindi, la Sopraelevata, e da quando? Il sindaco Bucci, quando era ancora in carica, disse che fino all’apertura del tunnel e alla verifica operativa dei flussi non sarebbe stata abbattuta neanche in parte (LEGGI QUI).
Ma la modifica al progetto pare non sia mai arrivata a Roma. Che assicurazioni abbiamo oggi sull’iter che verrà seguito?

La commissione di oggi, a cui hanno partecipato lo studio Piano, Autostrade e il Comune, sembra solo una prima presentazione di un progetto che la cittadinanza non ha ancora approvato né condiviso.
La sindaca Salis ha sempre parlato di “ascoltare e condividere”, e contiamo proprio che adesso si apra un vero dibattito pubblico sulle soluzioni proposte nell’assemblea che potete rivedere sul nostro sito (guarda qui).

Intanto, mentre si discute il progetto definitivo del tunnel, Autostrade, che ricordiamo deve realizzare quest’opera come “ristoro” per i danni conseguenti al crollo del Ponte Morandi, non ritiene di poterla costruire direttamente in house, ma sostiene che debba andare a bando.
Questa scelta apre molti interrogativi sui tempi necessari per la gara e sulla reale disponibilità dei fondi previsti.
E se i costi aumentassero, chi pagherà le differenze? Ovviamente noi cittadini, come sempre.

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