Gli spartiti che volano in aria, l’orchestra che si ribella al verdetto, la platea dell’Ariston ammutolita. È il Sanremo del 2010, quello condotto da Antonella Clerici, e in sala scoppia la protesta dei musicisti dopo l’eliminazione di Malika Ayane. Sul podio, tra tensione e rispetto, c’è Peppe Vessicchio. “Fu un momento fortissimo – ricorda Duccio Forzano, allora regista del Festival”.
Un uomo colto e ironico
Forzano, oggi consulente artistico di Primocanale, ha condiviso con Vessicchio molte edizioni del Festival, imparando a conoscerne il carattere autentico. “Tutti gli incontri che ho avuto con lui mi hanno permesso di scoprire una persona ironica ma sottile, quasi inglese nel modo di porsi. Era acculturato, curioso, un piacere conversare con lui. Non parlava solo di musica: la musica lo aveva educato a stare con le persone, a essere poliedrico, aperto, profondamente umano. Con lui si poteva parlare davvero di qualunque cosa.”
I Festival condivisi
Negli anni in cui Duccio Forzano ha diretto Sanremo, Peppe Vessicchio è stato una presenza costante, simbolo di eleganza e competenza musicale. Dal 2010 con Antonella Clerici, dove diresse Malika Ayane, Povia e Simone Cristicchi, fino ai Festival targati Gianni Morandi, in cui tornò sul podio per Nathalie e altri artisti accolti dagli applausi del pubblico.
Con le edizioni firmate da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto (2013 e 2014), Vessicchio ha accompagnato interpreti come i Modà. Poi arrivò il ritorno trionfale nel 2018, sotto la direzione artistica di Claudio Baglioni, quando diresse Mario Biondi ed Elio e le Storie Tese, prima di tornare l’anno successivo per accompagnare Arisa con “Mi sento bene”.
Un riferimento per musica e televisione
Nel saluto di Duccio Forzano c’è l’immagine di un maestro capace di unire rigore e umanità, popolarità televisiva e profondità culturale, con uno stile misurato e mai urlato. Un punto di riferimento per chi ha lavorato con lui sul palco e dietro le telecamere, e per un pubblico che in quei capelli bianchi e in quella figura elegante aveva trovato un segno di continuità e affidabilità.