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Attualità

2 minuti e 30 secondi di lettura
di Matteo Angeli

Scade oggi il termine per avere la proposta della Genova Stadium (società al 50% tra Genoa e Sampdoria) sulla ristrutturazione del Ferraris, annunciata dalla sindaco Silvia Salis al Salone Nautico: un’operazione, per come è stata concepita, che ci lascia molto perplessi. “Lo stadio resta pubblico e lo faranno le società di calcio” questa la sintesi della filosofia sul Ferraris della sindaca.
Ad oggi non capiamo come la Sampdoria - sulla cui solidità economica e prospettive future si nutrono forti dubbi - possa assumersi un simile impegno.

Il Genoa sembra stare decisamente meglio ma, come è noto, anche in casa rossoblù ci sono importanti situazioni da affrontare e l’andamento in campionato così come le cause aperte con A Cap potrebbero incidere seriamente sui conti e sulla capacità di investimento. E al di là del teorico investimento quali garanzie reali può dare Genova Stadium società senza beni e con capitale sociale di qualche decina di migliaia di euro?

Può la sindaca Salis pensare di scaricare il problema dello stadio sulle due squadre genovesi? A noi sembra un’ipotesi molto pericolosa.

Nell’attesa, pubblichiamo il sondaggio Primocanale-Tecne’ sul pensiero dei genovesi e liguri - tutti, non solo i tifosi delle due squadre - sul futuro di un bene che oggi appartiene alla città.

Il 47% dei liguri e il 39% dei genovesi gradirebbero che la proprietà dello stadio passasse a un soggetto privato che possa anche realizzare al suo interno spazi commerciali e con questo equilibrio economico riesca a costruire lo stadio.
Il 26% dei liguri e il 39% dei genovesi, invece, preferirebbe che la ristrutturazione fosse realizzata con fondi pubblici e senza spazi commerciali.

Ma letto il parere dei cittadini, bisogna essere concreti e pragmatici. Come possiamo pensare che le due squadre siano in grado di portare avanti questa operazione? Cosa accadrebbe se una delle due società avessero gravi difficoltà? I lavori non inizierebbero neppure? Oppure ancor peggio si fermerebbero appena iniziati e in quel caso chi metterebbe mano al portafoglio? Cosa sarebbe possibile fare se ci trovassimo con il cantiere fermo e magari parte delle gradinate distrutte?

L’ossessione di voler partecipare agli europei del 2032 è assolutamente inutile, si tratta di una manifestazione per la quale non sono stati stanziati fondi di alcun tipo mentre negli anni sicuramente ci saranno magari fondi per rifare totalmente o ristrutturare gli stadi che sono ormai obsoleti.

E la precarietà degli azionisti della Genova Stadium fa pensare che essi non siano in grado di fornire alcuna garanzia reali : non parole ma fideiussioni bancarie per almeno 100 milioni che garantiscano l’operazione.

Oggi, 30 settembre, le società dovrebbero consegnare, per mezzo della Genova Stadium, una proposta/progetto con piano finanziario: vediamo che cosa presenteranno e lo faremo analizzare da qualche professionista che ci dia un parere fuori dalle parti.

Ma voi tifosi, cittadini ci credete che Genoa e Samp mettano 100 milioni sul tavolo con tanto di garanzie reali? Sig.ra sindaca ma Lei crede davvero che questa sia la soluzione per il futuro del nostro stadio?

Attendiamo volentieri di ricevere tutte le sue considerazioni sulle nostre riflessioni.