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Attualità

2 minuti e 18 secondi di lettura
di c.o.
 
Buone notizie dall’Acquario di Genova: Thalassa è finalmente libera, con un gps fissato al guscio. Questa mattina è stato rilasciato un altro esemplare di tartaruga Caretta caretta, per la prima volta dotato di un tag satellitare, che permetterà agli esperti di monitorarne gli spostamenti e raccogliere dati preziosi. Thalassa era stata soccorsa a fine luglio al largo di Imperia, presentando evidenti difficoltà a immergersi. Dopo due mesi di cure da parte dello staff medico-scientifico dell’Acquario, è potuta tornare nel suo habitat naturale in mare. L’Acquario di Genova si occupa del soccorso delle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e, dal 2017, è riconosciuto ufficialmente dal Ministero della Transizione Ecologica come centro di recupero e lunga degenza per queste specie.

La prima tartaruga in Liguria ad avere un gps

L’esemplare – un adulto di 60 cm di lunghezza, 55cm di larghezza e 30 kg di peso – è il primo curato presso il centro di recupero dell’Acquario di Genova e rilasciato nel Mar Ligure dotato di tag fornito dal Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa.
L’operazione è stata possibile grazie alla collaborazione dell’Università di Pisa e al sostegno della Fondazione CIMA.
Il tag fornisce informazioni sullo spostamento orizzontale, sul comportamento in immersione e sulla temperatura, dati che l’Università di Pisa analizzerà e che Fondazione CIMA utilizza per migliorare i modelli di posizionamento degli animali.

Cosa fare in caso di avvistamenti di tartarughe

Si ricorda che chiunque avvisti un esemplare in stato di difficoltà deve allertare immediatamente la Guardia Costiera – chiamando il numero 1530 o il 112 – che a sua volta contatta immediatamente gli esperti dell’Acquario di Genova, i quali valutano il caso e la necessità effettiva di intervento e danno indicazioni su come operare. Nessuno è autorizzato a recuperare di propria iniziativa (anche se a fin di bene) le tartarughe prima di avere il nulla osta dalla Guardia Costiera. Si ricorda che la cattura delle tartarughe è vietata dalla legge, in quanto specie protetta dalla Convenzione CITES.

Le principali cause di ricovero delle tartarughe

Diverse sono le cause che portano al ricovero degli animali. Tra le principali: interferenze con le attività di pesca, reti fantasma in cui rimangono imprigionate, ami di palamiti nella cavità boccale o nel tratto digerente, reti a strascico e da posta, ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo, a volte letali; patologie debilitanti che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.

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