Le emozioni che si provano entrando a Genova sono legate alla strada Sopraelevata. "Una macchina da presa straordinaria che in un attimo ti tuffa nel cuore della città. Non c'è un punto in cui puoi osservare la storia di Genova dal campanile della chiesa dell'anno Mille fino alla torre del Carlo Felice, si attraversano mille anni di cultura genovese, non ci sono eguali per percepire insieme la visione di città", commenta a Primocanale l'ex assessore al Traffico del Comune di Genova Arcangelo Merella, fondatore dell'Associazione Amici della Sopraelevata, che visse alcuni dei momenti storici in cui le alternative alla Aldo Moro vennero proposte e approvate e che più volte si trovò a difendere questa arteria.
Tutti i sostituti della Sopraelevata
La storia della Sopraelevata - e di una alternativa a questa via - "inizia a essere osservata poco prima degli anni Novanta quando venne suggerita l'ipotesi di un ponte sul porto di Genova che allora venne definito la seconda più importante opera al mondo", spiega Merella. "L'allora parlamentare Sanguineti fece una proposta di legge per chiedere allo Stato di finanziare l'opera in vista delle Colombiadi. La cosa non andò avanti". Seconda tappa è invece di qualche anno dopo, ricorda ancora l'ex assessore: "Durante un sopralluogo in previsione del G8, con Pericu sindaco e l'assessore Gabrielli in piazza Caricamento, anche alla presenza del prof Winkler, feci una considerazione: la Sopraelevata va spostata a mare. L'idea fu oggetto di una discussione di giunta molto animata, c'era chi era favorevole - io e il sindaco - e chi contrario. Si decise di fare una gara internazionale, la vinse uno studio londinese che valutò tre soluzioni: il ponte, il tunnel subportuale e la secante urbana, una idea di Renzo Piano per una strada in sotterranea che collegava Principe a Manin. L'esito fu tutto a favore del tunnel. La progettazione venne anche approvata in via preliminare ma poi ebbe difficoltà e venne affossata dalle giunte successive. Riprese campo con Doria alla fine del suo mandato ma ancora una volta restò lì. Fino all'epoca Bucci e all'accordo con Aspi per fare un tunnel dalle caratteristiche diverse per tracciato e tipologia di scavo".
Un tunnel pieno di criticità
"Il problema è risolvere il collegamento tra ponente e levante, funzione che la Sopraelevata assolve benissimo con la sua capacità di assorbire 60mila veicoli al giorno, ma se faccio il tunnel cosa ne sarà della Sopraelevata?", continua Merella. "Abbiamo imparato quando è crollato il ponte Morandi cosa vuol dire una alternativa di percorrenza. Si accelerò allora la costruzione della strada a mare per avere una connessione più diretta". Le criticità legate alla costruzione del tunnel subportuale sono diverse, tra tutti vi è quello della sua "uscita" sul centro città. "E' impensabile un tunnel che colleghi Sampierdarena alla Foce senza un aggancio per un accesso al centro, che è la caratteristica della Sopraelevata", continua Merella. "Se si risolve il problema si potrebbe immaginare di mantenere la Sopraelevata fino all'Hennebique per risolvere il nodo del traffico in uscita dall'autostrada, mantenendo un pezzo di quella macchina scenografica che è il ponte e liberando la palazzata di San Giorgio".
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