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Attualità

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di Tiziana Oberti
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A sette anni dalla tragedia di Ponte Morandi che il 14 agosto del 2018 è crollato causando la morte di 43 persone Egle Possetti, presidente del Comitato ricordo vittime Ponte Morandi, durante la cerimonia di commemorazione ha ricordato l'importanza di non dimenticare.

"Ogni anno però vediamo sempre meno istituzioni nazionali presenti, meno rappresentanti dei partiti del Paese, la loro assenza è un macigno, una folta rappresentanza dovrebbe sempre essere qui con noi ogni anno" ha commentato Possetti che parlando del memoriale ha detto anche: "Questo luogo rappresenta un treno della memoria, ora siamo alla stazione di partenza, dovrà creare idee, studi, convegni, iniziative. Una nuova mentalità per operare sempre con prudenza e mai con incoscienza.

Il discordo integrale di Egle Possetti

"Sono trascorsi sette anni, non si attenua il dolore, non si rimargina la ferita, si continua a medicarla, a curarla, si stringono i denti, si impara a vivere con questo macigno sul cuore. Il nostro disegno di legge, vittime dell’incuria è stato approvato e siamo nelle fasi finali di emissione del decreto attuativo, una promessa mantenuta dal Ministero Infrastrutture di concerto con il Ministero dello Sviluppo economico, è doveroso ringraziare tutti coloro che hanno contribuito, i presentatori del disegno di legge, i parlamentari locali, le Commissioni parlamentari, il Parlamento e tutti coloro che hanno lavorato alacremente alla stesura e che si sono impegnati per questo risultato, ma è doveroso per noi un ringraziamento particolare al vice Ministro Rixi Edoardo che ha seguito con grande intensità e sensibilità tutto questo lavoro.

Siamo qui con grande emozione in questo luogo, da noi fortemente voluto, che rappresenta un punto fermo, per noi questo luogo rappresenta un treno della memoria, ora siamo alla stazione di partenza, con un grande lavoro fatto sino ad ora, ma da qui, questo meraviglioso treno dovrà guardare anche alle prossime stazioni, non dovrà dimenticare MAI quello che è avvenuto, che non dovrà ripetersi in altri luoghi e con altre persone, dovrà avere la forza di raccontare ai giovani, agli studenti, ai cittadini, ma ancora di più dovrà riuscire a creare idee, studi, convegni, iniziative in cui si parli anche tecnicamente di quello che è avvenuto, auspichiamo che diventi una fucina di idee, dove si crei una nuova mentalità per operare sempre con prudenza e mai con incoscienza.

Non vogliamo che “Mai più’” possa diventare “domani”, vogliamo che tutti sentano il peso di questa responsabilità per il futuro, ogni cittadino, ogni amministratore, ogni lavoratore, ogni tecnico dovrà sentire sulla propria pelle un pezzo di responsabilità e dovrà farsene carico. Vogliamo un curatore di questo luogo, una persona che con affetto e competenza possa coordinarne lo sviluppo ed è per questo che stiamo lavorando con la nuova giunta comunale per chiudere le porte di questo treno meravigliosamente costruito e partire per il viaggio. Vogliamo che da questo luogo le note meravigliose del maestro Anzovino navighino nell’etere sino a raggiungere ogni angolo del mondo portando un messaggio di richiamo forte, questo luogo deve essere visitato, vogliamo che diventi un volano per la città e non un peso.

Ogni anno ci interroghiamo, le persone si interrogano, se sia giusto che esista una commemorazione come questa con l’invito alle istituzioni e con la richiesta della loro presenza, o se non sarebbe opportuno ipotizzare una cerimonia più riservata o diversa. La risposta è che questa è la commemorazione che vogliamo in questo giorno, anche se può divenire una passerella ma le istituzioni non possono e non devono abdicare a questo ruolo, devono essere qui con noi in questo giorno, nel giorno in cui si ricorda la tragedia del 14 agosto 2018, devono sentire sulla loro pelle che ci sono state grandi e pesanti responsabilità in alcune scelte fatte in passato, vogliamo che il ricordo di quanto avvenuto sia sempre vivo, luminoso, scintillante per tutti, anche e soprattutto per chi non è presente con noi.

Vorremmo che fosse vivo e scintillante il ricordo anche per i cittadini di questa città, di questo quartiere, tutti hanno rischiato, nessuno escluso, di essere nell’elenco delle vittime che avete visto scorrere sullo schermo. Ogni anno però vediamo sempre meno istituzioni nazionali presenti, meno rappresentanti dei partiti del Paese, la loro assenza è un macigno, una folta rappresentanza dovrebbe sempre essere qui con noi ogni anno, noi percepiamo che questa memoria dolorosa da più parti voglia essere posta in un cassetto cullata dalle dolci melodie di oblio che ricordano quelle della maga Circe, ma non può essere così, le responsabilità sono sul tappeto, nessuno ha controllato, nessuno ha vigilato, ecco perché le istituzioni devono essere qui, perché la loro presenza rappresenta anche segno di condivisione della nostra visione del futuro: sicurezza, rispetto, equità. I momenti per stare silenti con il nostro dolore sono altri, oggi qui, come ogni anno il nostro dolore grida, il nostro dolore composto continua a darci la forza di lottare inesorabilmente.

Non bisogna anche dimenticare che purtroppo sono presenti sempre meno cittadini, anche se oggi siete in tanti e per questo vi ringrazio, questa città ferita e distrutta moralmente non deve dimenticare, la battaglia che stiamo portando avanti con forza e determinazione su molti fronti non è solo per placare la nostra anima, è una lotta per tutti, soprattutto per coloro che sono ancora vivi perché vogliamo fortemente che lo restino. E’ importante riflettere anche sul fatto che le colpe delle persone che sono imputate nel processo Morandi, e forse saranno condannate, potrebbero non essere isolate, purtroppo siamo in un sistema complesso, profondamente sbagliato che auspichiamo possa essere purificato, troppo potere circonda questo settore, troppi fondi ed ancora poca chiarezza.

Auspichiamo che ci possa essere la forza di cambiare questo sistema, di rendere agli investitori giusti ed equi profitti, senza extra-profitti a discapito della vita umana. Siate vigili sugli esposti presentati da noi e da altre associazioni della città alla Procura di Roma, per scandagliare la gestione finanziaria di ASPI, a nostro modo di vedere nelle pieghe finanziarie si potrebbero anche individuare le cause remote dell’incuria e del disastro. La pietà e l’amore sono ormai latitanti in questo mondo, noi qui, oggi, ed ogni anno siamo la testimonianza che l’amore ancora esiste e che questo amore, che proviamo costantemente, sia il motore della nostra resistenza. E concludo con alcuni pensieri: “Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi” Aldo Moro “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno ed il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle” Sant’Agostino".

 

 

 

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