"È possibile ottemperare agli obiettivi previsti (dalle leggi ndr) solo massimizzando l’installazione di fotovoltaico su tetto" così Elena Putti, presidente di Cer Sole Aps in risposta al focus sulla situazione delle rinnovabili in Liguria fatto da Jacopo Riccardi, dirigente di Regione Liguria del settore Energia.
L'obiettivo segnato nel calendario è arrivare al 2030 con la Liguria capace di aggiungere come produzione elettrica in arrivo dalle fonti rinnovabili un gigawatt ma secondo le analisi di Legambiente la Liguria è ancora indietro. "Come unica Comunità energetica genovese - spiega Putti - siamo lieti dell'attenzione a questo tema, ma è sicuramente necessario accelerare sulla transizione energetica stanziando risorse adeguate e utilizzando al massimo le superfici dei tetti pubblici".
La presidente di Cer Sole Aps critica le parole del dirigente di Regione in Liguria in cui analizza che per la "conformazione peculiare (della Liguria ndr) il raggiungimento di quel gigawatt è molto più impegnativo rispetto a quello che potrebbe essere per una regione pianeggiante che può contare su diversi spazi". Putti ricorda che "se si osserva la tabella definitiva degli obiettivi regionali nel decreto Aree Idonee 2024, infatti, ogni Regione ha obiettivi differenti calcolati sulle proprie specifiche potenzialità, ossia sulla loro situazione attuale e sulle potenzialità di installazione in modo da raggiungere gli obiettivi nazionali di 80.000 MW. Non è una coincidenza infatti che la Liguria abbia una cifra così bassa. Solo Molise e Valle d'Aosta hanno obiettivi più bassi". Putti rimarca dunque che l’obiettivo segnato nel calendario per il 2030 della Regione Liguria è già stato tarato sull’estensione e la morfologia di ciascun territorio.
"Oltre a puntare su cave, aree industriali, etc. come dichiara la Regione Liguria, ci preme ricordare che sul PEAR c'è un allegato che dice che il potenziale di solo fotovoltaico su tetto è 1.818 MW, superiore al nostro obiettivo di circa 1.059 MW al 2030 previsto in tabella" spiega Putti. La presidente del Cer sottolinea inoltre che c'è "un problema fondamentale di fondi stanziati".
E allora si parla anche di risorse a disposizione per affrontare la transizione energetica. "Gli 8 milioni di stanziamento fondi pubblici previsti e annunciati dal Bando Fesr 2021-2027 per migliorare l'autonomia energetica degli edifici pubblici sostenendo l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, non sono sufficienti: si consideri infatti che per installare i restanti 900 MW previsti da obiettivo, sarebbero necessari circa 900 milioni di investimenti fra fonti pubbliche e private. Inoltre i primi stanziamenti regionali suddetti, secondo la Road Map presentata da Regione Liguria, prevedevano una misura specifica per lo sviluppo delle CER che doveva essere attivata ad aprile e non è invece ancora partita" conclude Putti.
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