I rimborsi record dei consiglieri regionali, Viacard compresa

Il caso dei rimborsi spesa del consigliere del Pd Fabio Broglia, scoppiato in questi giorni, ripropone il tema degli emolumenti dei consiglieri regionali. Da circa un anno la legge che definisce i rimborsi è cambiata: prima venivano calcolati in base alla distanza chilometrica da Genova, secondo fasce prestabilite. Con la modifica approvata nel 2007, le fasce sono state ristrette e 3, in base alle province di provenienza, ma da un mese se n’è aggiunta una quarta, voluta per non penalizzare (si fa per dire) i consiglieri dell’area del Tigullio. E così oggi chi arriva dalla Spezia, da Imperia o da fuori regione, percepisce 5851 euro al mese. Chi proviene dal Tigullio e da Savona ha un rimborso di 5.268 euro. Chi, invece, ha il domicilio a Genova, ne prende 4681. Un forfait che non tiene però conto dei trasferimenti in auto. Già, perché si scopre che tutti i 40 consiglieri regionali hanno in dotazione una Viacard che permette loro di non pagare i pedaggi autostradali. Viene da chiedersi, allora, quali voci incidano su quel rimborso mensile? Nessuno dei consiglieri lo sa con precisione: c’è chi ipotizza l’utilizzo e l’usura dell’auto privata, il pieno della benzina, le spese per il pranzo fuori casa, quelle per il telefonino. Si tenga però conto che chi fa parte dell’ufficio di presidenza non solo può beneficiare dell’auto blu con autista, ma anche del cellulare di servizio. E il rimborso spese non diminuisce certo. La verità è che il rimborso spese è stato calcolato sulla base dell’indennità dei parlamentari: rappresenta all’incirca il 50% di quella di deputati e senatori. Nessuno dei consiglieri è però tenuto a giustificare come spende quei soldi, tantomeno a produrre una certificazione dei viaggi pagati con la viacard. Ci si affida sull’autocertificazione e sul senso civico. La Corte dei Conti può decidere di controllare se ci sono sperperi e abusi, ma sino a oggi sembra che non sia mai stato fatto alcun accertamento. (Davide Lentini)