Cronaca

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Teatro Carlo Felice affollatissimo, ieri sera per la 'Sonnambula', che lo sciopero dei dipendenti ha bloccato per due volte di seguito. Buono il successo di pubblico, applausi finali prolungati, per tutti gli interpreti, anche se qualche perplessità nell'intervallo è stata espressa da non pochi abbonati relativamente alla messa in scena. Sul podio, particolarmente atteso, c'era Daniel Oren che ha lasciato il suo consueto repertorio appassionato (Verdi, Massenet, Puccini) per volgersi all'idillio, raffinato e tenero, di un Bellini molto controllato ed elegante. Oren ha accentuato la dimensione cameristica del suono, rallentato non pochi momenti, giocato su atteggiamenti quasi estatici. Buono il sostegno alle voci, tutte di indiscutibile livello. Nina Machaidze è stata una bravissima Amina, bella presenza, voce duttile e fine. Barbara Bargnesi ha tratteggiato con autorevolezza e belle soluzioni la figura della rivale Lisa. Carlo Colombara si è rivelato un autorevole e convincente Conte, mentre José Bros ha mostrato una vocalità morbida e piacevole (pur con qualche eccesso dinamico) nel ruolo di Elvino. Discutibile l'allestimento proveniente dal Teatro de la Maestranza di Siviglia. Il regista Patrick Mailler e la scenografa Maria Rosaria Tartaglia hanno immaginato uno spazio asettico. Palcoscenico vuoto con una sfera cava a rappresentare la casa di Amina, colori unici il bianco e il nero, tre pecore all'inizio a dare l'idea dell'ambiente pastorale e ricordare che ci si dovrebbe trovare in una campagna svizzera. Un po' poco. Il problema non è lo spostamento di tempo (i costumi ci portano più avanti cronologicamente, ma Bellini non dà alcuna indicazione al proposito), ma la mancanza di riferimento alla natura, alla montagna, all'idillio. Che è componente essenziale della musica belliniana. A vedere e non sentire si sarebbe potuta immaginare qualsiasi altra opera, non 'Sonnambula'. Prima replica sabato. (Ansa)