"I ragazzi pagano a caro prezzo il prezzo della pandemia, una situazione di estremo disagio confermata dagli accessi al pronto soccorso per problematiche psichiatriche anche severe e con gesti di autolesionismo che rispetto all'anno scorso sono raddoppiati".
Esordisce così Lino Nobili, primario di neuropsichiatria infantile dell'ospedale pediatrico Gaslini, che abbiamo incontrato prima nel piazzale davanti del nosocomio e poi nel suo reparto.
Nobili aggiunge: "Questi disagi erano già emersi da uno studio nazionale dell'anno scorso da cui trapelava che due terzi dei bambini e degli adolescenti avevano subito modificazioni comportamentali. Ora arriva un'ondata di malessere di ritorno".
"I ragazzi vivono di socializzazione - riprende Nobili - hanno bisogno di ritmi, di ordine, dello scandire dei tempi, della scuola, dei ritrovi con gli amici, senza questo i più fragili possono esplodere nel loro malessere, ognuno con la propria differenza, più si è fragili più il rischio è alto, la scuola può riuscire a individuare precocemente questi bambini, senza la scuola abbiamo maggiori difficoltà, per questo mi auguro che si torni ad una vita più normale".
Il covid - aggiunge il neuropsichiatra - ha aperto le porte ad un fenomeno che già si avvertiva prima, se pensiamo agli Usa e al nord Europa c'è una crescita dal 2005 delle patologie psichiatriche più severe con atti di autolesionismo, già segnalato anche in Italia, tuttavia un'esplosione di questo tipo non si poteva prevedere. Le cause sono l'isolamento e la disorganizzazione della vita sociale, spesso limitata ad un monitor che diventa uno strumento pericoloso se dato in mano a ragazzi spesso non ancora pronti a gestirlo".
"Social da non demonizzare - avverte Nobili - visto che sono stati anche aiuto e chi li ha utilizzati anche in modo intelligente. Il problema è quando sono lasciati. Noi ci occupiamo solo di bambini sotto i 14 anni, prima questi disturbi li vedevamo nei ragazzi più grandi, adesso l'età si sta abbassando"
Le tante maxi risse fra adolescenti accadute in più parti di Genova durante la pandemia possono essere una spia dei disagi?
"Penso di sì, non solo legato al covid, questo è un fenomeno accaduto in tutta Italia, gli adolescenti non hanno come confronto gli adulti ma solo gli altri adolescenti".
Quali sono i sintomi spia dei malesseri dei ragazzi?
"Quando un bambino si isola, se ha paure delle varie attività, specialmente con gesti autolesionisti, c'è chi si taglia, i ragazzi poi tendono a emulare, alcuni hanno necessità di punirsi, farsi vedere. Spesso le famiglie non riesco a seguirli. La scuola è fondamentale e non va chiusa, purtroppo dovevamo pensarci meglio, siamo arrivati tardi ad organizzare qualcosa di alternativo".
"Fra le spie dei disagi anche il rapporto squilibrato con il cibo. Poi il deterioramento del rapporto sonno veglia, ragazzi che vanno a dormire sempre più tardi e non riescono a trovare una vita normale. Altro aspetto è l'autolesionismo, controllare con molta discrezione il corpo del figlio. Poi ci sono ragazzi che somatizzano, con il mal di pancia, che non camminano, ci sono anche ragazzi che si fanno parecchio male per attirare l'attenzione".
Per aiutarli come si può fare?
"Aiutarli a ritrovare dei ritmi anche senza la scuola e a gestire il sonno con equilibrio, bisogna giocare con i più piccoli, dare delle regole agli adolescenti, anche se ci si scontra, ma è impensabile non farlo".
Ci sono differenze fra maschi e femmine?
"Le ragazze soffrono ancora di più, soprattutto l'insonnia, i problemi legati all'alimentazione, e sono più a rischio, poi c'è il bullismo e il cyberbullismo, perché essere scacciati dai social è umiliante".
Il dilemma di ogni genitore: controllare o no i cellulari e i social dei figli?
"Bisogna trovare una mediazione, con controlli sensati anche se non diretti, perchè li avvengono situazioni anche molto pesanti".
cronaca
Genova, Il neuropsichiatra del Gaslini: "L'isolamento sta danneggiando i ragazzi"
Lino Nobili: "Accessi al ps raddoppiati. Dare regole e orari e lasciare le scuola aperte"
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