Sciopero di 24 ore. Il porto di Genova si fermerà per un giorno intero il 5 marzo. L'attivo dei delegati del porto di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti ha deciso la linea dura dopo la lettera di "diffida e messa in mora" mostrata (non consegnata ufficialmente) dai terminalisti genovesi di Confindustria al presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale a cui si contesta di non avere esercitato vigilanza e controllo su organizzazione e attività della Compagnia Unica, provocando dal 2013 ad oggi "danni" per 8 milioni più interessi di cui le imprese si riservano di chiedere il risarcimento.
"Un gesto gravissimo e irresponsabile - commenta Enrico Ascheri della Filt-Cgil insieme a Enrico Poggi e anche a nome dei colleghi di Fit-Cisl e Uiltrasporti -. Siamo sconcertati viste anche le false accuse. I terminalisti stanno mettendo in discussione e provano a far saltare tutta l'organizzazione del lavoro nel porto di Genova e sono inaccettabili anche alcuni atteggiamenti nei confronti dei dipendenti all'interno dei loro terminal". Il nodo centrale della lettera dei terminalisti che rischia di minare la pace sociale in porto riguarda la Culmv, la Compagnia dei portuali, e al centro ci sono gli adeguamenti tariffari versati dai terminalisti alla Compagnia dal 2013 ad oggi - gli 8 milioni - con faticosi accordi, l'ultimo pochi mesi fa. Nel frattempo i portuali hanno varato un piano di risanamento e riorganizzazione per riequilibrare la gestione della Compagnia con la vigilanza dell'Autorità portuale.
Con lo sciopero "i lavoratori e le organizzazioni sindacali intendono contrastare l'intento dei terminalisti di sovvertire regole e accordi che fino ad oggi hanno permesso al porto di operare anche nel pieno della pandemia" affermano con una nota, al termine dell'assemblea dei delegati che ha proclamato lo stop del porto di Genova per 24 ore, Enrico Poggi e Enrico Ascheri della Filt-Cgil, Mauro Scognamillo e Massimo Rossi (Fit-Cisl) e Roberto Gulli e Duilio Falvo (Uiltrasporti-Uil). Un'iniziativa sostenuta da Cgil, Cisl e Uil che ritengono "incomprensibile" l'iniziativa dei terminalisti, la lettera con cui diffidano e mettono in mora l'Autorità di sistema portuale per non avere vigilato sulle azioni della Culmv, comprese le richieste di adeguamenti tariffari erogate dalle aziende alla Compagnia dal 2013 ad oggi. "Sembra un "pastiche", una lettera consegnata a mano al presidente dell'Autorità di Sistema Portuale - forse nell'intento di non darle troppa enfasi - e con un taglio riservato, reso poi noto addirittura a mezzo stampa. Al di là del metodo, a sconcertare è il contenuto "scrivono i tre segretari Igor Magni, Marco Granara e Mario Ghini.
"In pratica la missiva contesta punto per punto l'accordo quadro sottoscritto a dicembre scorso anche dagli stessi firmatari della lettera, accordo che per sua stessa definizione presume una mediazione tra le parti con reciproca soddisfazione. Con quell'intesa, terminalisti, Autorità e Compagnia Unica hanno convenuto di chiudere una pagina ed aprirne una nuova che guarda al futuro, senza nascondersi le difficoltà, ma con grande senso di responsabilità da parte di tutti e soprattutto dei lavoratori". L'accordo prevedeva il piano di risanamento e riorganizzazione della Culmv accompagnato dal sostegno dell'Autorità di sistema,
porti e logistica
Protesta contro i terminalisti, il 5 marzo il porto di Genova si ferma per 24 ore
Le imprese mettono in mora l'Autorità di gestione e controllo dello scalo
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