"Siamo molto arrabbiate e siamo mobilitate per far rimuovere questi manifesti e per dare un'informazione corretta sul farmaco Ru-486 - spiega Caterina Pizzimenti, di Non una di Meno Genova - che non è veleno ma è un farmaco approvato dall'OMS, dal Ministero della Salute che viene utilizzato nei consultori e negli ospedali. Questo è un attacco, portato avanti da un'organizzazione di estrema destra, alla libertà delle donne che vogliono continuare a decidere che cosa fare del proprio corpo, di una gravidanza, della propria vita".
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Uno striscione con la scritta il "Il vero veleno è l'obiezione di coscienza", posizionato davanti al manifesto dell'associazione Pro-vita in Corso De Stefanis, a Genova, che ha avviato una campagna in cui viene paragonata la pillola abortiva Ru-486 a un veleno. È stata questa l'iniziativa di "Non una di meno" Genova che ha fatto un presidio e un volantinaggio, contro una campagna che viene definita da medioevo" e che "vuole far passare il messaggio che l'aborto farmacologico è dannoso per la donna".
"Siamo molto arrabbiate e siamo mobilitate per far rimuovere questi manifesti e per dare un'informazione corretta sul farmaco Ru-486 - spiega Caterina Pizzimenti, di Non una di Meno Genova - che non è veleno ma è un farmaco approvato dall'OMS, dal Ministero della Salute che viene utilizzato nei consultori e negli ospedali. Questo è un attacco, portato avanti da un'organizzazione di estrema destra, alla libertà delle donne che vogliono continuare a decidere che cosa fare del proprio corpo, di una gravidanza, della propria vita".
cronaca
Manifesti Pro Vita contro la pillola abortiva, proteste in piazza di 'Non una di meno'
Presidio delle donne a Genova: "Il medicinale non è un veleno"
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"Siamo molto arrabbiate e siamo mobilitate per far rimuovere questi manifesti e per dare un'informazione corretta sul farmaco Ru-486 - spiega Caterina Pizzimenti, di Non una di Meno Genova - che non è veleno ma è un farmaco approvato dall'OMS, dal Ministero della Salute che viene utilizzato nei consultori e negli ospedali. Questo è un attacco, portato avanti da un'organizzazione di estrema destra, alla libertà delle donne che vogliono continuare a decidere che cosa fare del proprio corpo, di una gravidanza, della propria vita".