"E' originale che il giudice escluda una costituzione di parte civile ancora prima dell'accertamento dei fatti anziché riservarsi" hanno detto il presidente dell'Ordine ligure dei giornalisti Filippo Paganini e il segretario dell'assostampa ligure Fabio Azzolini uscendo dall'aula. I quattro poliziotti del reparto mobile di Bolzaneto, accusati di lesioni aggravate, erano presenti in aula e tramite i loro avvocati Paolo Costa, Sandro Vaccaro e Rachele De Stefanis hanno chiesto il rito abbreviato. Il processo è stato aggiornato al prossimo 16 dicembre.
Cesare Manzitti, che difende Stefano Origone, ha depositato un consulenza tecnica di parte in cui, contrariamente a quanto stabilito dal consulente della Procura, vengono accertati danni permanenti alla mano sinistra del giornalista, che ha subito diversi interventi chirurgici a due dita di una mano. Nella prossima udienza verranno discussi in contraddittorio tra le parti i video che documentano il pestaggio, sulla base dei quali la squadra mobile di Genova, delegata dalla Procura di Genova alle indagini sui colleghi, ha ricostruito elementi di responsabilità a carico dei quattro.
Giubbotto scuro e jeans "e nessun segno distintivo di riconoscimento come giornalista perché non ne abbiamo, così come in fondo di segni identificativi, che consentano di distinguerli l'uno dall'altro non ne hanno nemmeno i poliziotti". Ha scelto volutamente di vestirsi come il giorno in cui è stato preso a calci a manganellate in piazza Stefano Origone per partecipare alla prima udienza preliminare del processo. "Ero fermo con il telefono in mano a guardare l'arresto di un giovane manifestante perché è così che si fa questo lavoro. Si osservano i fatti da vicino. Ero anche tranquillo visto che c'era la polizia", racconta il reporter genovese.
Invece è arrivata la carica: "Ho gridato che ero un giornalista. L'ho gridato più volte mentre ero a terra colpito da calci e manganellate. Ho gridato anche 'basta' perché non riuscivo più a reggere i colpi". Per quanto accaduto Origone, che ha danni permanenti a due dita di una mano, chiede giustizia: "Qualcuno è stato, che sia stata una persona non mi importa. Ne hanno indagate quattro ma quel che è certo è che le ferite non me le sono mica procurate da solo. Non c'è alcun accanimento contro la polizia da parte mia, ma chi ha sbagliato deve pagare", conclude Origone.