Studenti di nuovo in classe, alcuni con la mascherina o persino senza banchi. E in molti casi con orari ridotti a causa delle cattedre vuote. La scuola riparte e le aule si ripopolano dopo quasi sette mesi di stop tra tante questioni ancora aperte. Prima fra tutte, la carenza di docenti, soprattutto al Nord: in attesa che sia completato il ciclo delle nomine, sono quasi centomila gli insegnanti che ancora mancano in queste ore negli istituti di tutto il Paese. Il Sud è invece ancora alle prese con il reperimento degli spazi che permettano il distanziamento.
E tutti sono in attesa dell'arrivo dei banchi monoposto: al momento quelli consegnati sono solo il 10%, circa 200mila, sui due milioni e 400mila previsti entro fine ottobre. Sono le criticità messe a nudo nel primo giorno di scuola per la maggior parte degli studenti italiani, oltre cinque milioni. Un ritorno nelle aule che, pur con le nuove disposizioni, non è stato uguale per tutti: a Genova il presidente della Liguria Giovanni Toti segnala - con tanto di foto - il caso di una classe in cui gli alunni sono costretti a scrivere in ginocchio, poggiati con le braccia sulle sedie, "perché non hanno i banchi promessi. E non sarebbero gli unici", spiega il governatore annunciando una lettera "alla direzione scolastica per intervenire immediatamente. Un'immagine come questa non è degna di un Paese civile come l'Italia".
Scuola Caffaro a Certosa, primo giorno senza banchi: si scrive sulle ginocchia o seduti per terra - CLICCA QUI
La situazione ha scatenato la rabbia di alcuni genitori, che si sono poi riuniti sotto l'ingresso dell'istituto - frequentato da centinaia di bimbi - per decidere come mobilitarsi. Il preside dell'istituto, Renzo Ronconi, assicura che i banchi arriveranno già il 15 settembre, martedì. "La foto ritrae bambini che durante una attività didattica stanno disegnando sereni in libertà: una ingenuità da parte dell'insegnante farla girare ma sbagliato e grave strumentalizzarla, strumentalizzando, con essa, soprattutto i bambini", precisa il dirigente scolastico.
Proteste e segnalazioni anche dai genitori di alcuni alunni assistiti dagli insegnanti di sostegno. Il padre di un bambino autistico di 9 anni dell'istituto Pio La Torre a Roma ha riferito che il figlio, arrivato a scuola accompagnato dalla mamma per cominciare il nuovo anno, dopo il saluto ai compagni è stato costretto a tornare a casa, senza sapere quando potra' davvero andare a scuola perche' "manca l'assistente educativo". Un altro episodio simile è stato segnalato a Pisa dalla mamma di un bimbo con sindrome down, che non può tornare in classe perché "non c'è ancora l'insegnante di sostegno". A confermare la carenza di docenti in generale è anche l'Associazione Nazionale Presidi (Anp), spiegando che "nei diversi istituti dove ci sono cattedre vuote, come il caso limite di un istituto comprensivo a Roma dove pare manchi il 50% dei prof, è chiaro che l'unica soluzione è quella dell'orario ridotto. La situazione riguarda molti istituti". Un fenomeno con percentuali variabili da città a città e che cambiano in continuazione.
"Il problema è che i posti ci sono ma non si trovano gli insegnanti nel settentrione in quanto la maggior parte non vuole trasferirsi: con lo stipendio da docente non si vive al Nord", sostiene Antonello Giannelli, presidente dell'Anp. C'è anche chi dopo mezzora di lezione si è ritrovato già in quarantena. Dopo essere entrati in classe alle 8, gli alunni di una classe della scuola elementare nel comune di Fosdinovo, in provincia di Massa Carrara, sono stati messi in isolamento: una loro compagna ha ricevuto l'esisto del tampone anti Covid, che è risultato positivo. Non solo proteste di categorie e genitori.
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Scuola, i presidi denunciano: "Mancano i banchi mono e almeno 100mila professori"
Tra le criticità, a Genova i bimbi fanno lezione in ginocchio
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