"La vita di mio fratello Henry è stata particolare: siamo nati negli anni della guerra tra Pablo Escobar e lo stato colombiano. Nostro padre è stato assassinato e questo ha spinto mio fratello a prendere un altro percorso, a voler sempre diventare migliori rispettando la legge e la società, ma mio fratello Henry è stato tradito dalla società: è stato trucidato". Così con il racconto dell'infanzia in Colombia inizia il quinto docufilm della serie "Il ponte: 24 mesi tra dolore e speranza" dedicato a Henry Diaz, una delle 43 vittime del crollo di Ponte Morandi, raccontata dal fratello Emmanuel.
Emmanuel con la madre sono stati gli unici famigliari a salire sul nuovo viadotto Genova San Giorgio per l'inaugurazione lo scorso 3 agosto: "Ho scelto di salire lassù per vedere l'ultima immagine vista da Henry prima di morire". Ha la voce calma e spesso sorride quando descrive il rapporto con suo fratello maggiore, le difficoltà ma anche gli insegnamenti e quella connessione che avevano e che gli ha subito fatto capire che era morto.
"La nostra vita è cambiata quando siamo arrivati in Italia e si è aperto un nuovo mondo: da essere a conoscenza di omicidi siamo passati a osservare il mare mangiando un pezzo di pizza". Mio fratello faceva sentire speciale tutti quelli che aveva intorno ma quello speciale era lui, è una soddisfazione ma è anche tanto doloroso".
Della tragedia del 14 agosto 2018 e della morte del fratello Emmanuel lo ha scoperto mentre stava tornando in Colombia dove aveva deciso di finire gli studi: "Il mio 14 agosto è iniziato all'aeroporto di Bogotà, durante una diretta Facebook ho visto il ponte crollato e ho capito subito di quale ponte si trattava. Ho scritto a mio fratello ma non mi ha risposto, l'ho chiamato e richiamato ma non mi ha risposto e mi sono molto arrabbiato. Mia mamma ha cercato di calmarmi ma io sapevo da subito che lui non c'era più. Nel pomeriggio poi ho visto la sua macchina mentre veniva tirata fuori dalle macerie e ho avuto la conferma".
Tra i racconti che colpiscono al cuore ce n'è uno che lascia senza parole e che riguarda un incubo ricorrente di Henry nelle ultime settimane: "Sognava che sarebbe morto uscendo da una galleria ed è stato proprio così, nostra madre gli aveva detto addirittura: 'Henry confessati che non si sa mai'".
La voce di Emmanuel si incrina solo quando descrive il momento del crollo: "Mio fratello ha capito quello che stava accadendo, anche se è durato un istante, quell'istante è stto un inferno in terra". Forse proprio per questo pensiero, che non lo abbandona mai, come il desiderio di giustizia, che è voluto salire con sua madre sul nuovo viadotto.
Emmanuel è tornato in Italia "la vita ha scelto per me - conclude - io ora devo restare qui per seguire il processo e trovare giustizia per lui".
Il docufilm andrà in onda su Primocanale alle 8.00; 11.00; 14.00; 18.45; 20.45; 22.45.
cronaca
"Il suo incubo era morire uscendo da una galleria", su Primocanale la storia di Henry Diaz morto nel crollo del Morandi
Il racconto nelle parole del fratello minore Emmanuel
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