50 lavoratori del cantiere del nodo ferroviario di Genova potrebbero presto restare senza stipendio: i tempi sono strettissimi, se tutto va bene la cassa integrazione (nelle sue varie forme) potrà sostenere i redditi fino al 21 agosto, poi stop.
Una grana in più nella complessa trattativa tra Rete Ferroviaria Italiana e consorzio Cociv che devono trovare un accordo economico sui cantieri del Terzo Valico e del nodo ferroviario che sono stati recentemente accorpati. Oltre alla necessità di fare presto per non vedere bloccati i lavori, dunque, c’è ora una data limite da non superare per evitare un disastro economico per le maestranze.
I dipendenti coinvolti sono sempre quelli di Astaldi (qualcuno era già in servizio in Fergen, la prima ‘vittima’ di questo cantiere infinito): si tratta di 43 operai e sette impiegati che sono fermi dal mese di ottobre del 2018. La loro azienda (Astaldi, appunto) li ha collocati in cassa integrazione straordinaria nel momento in cui la società è andata in crisi, situazione nella quale sono rimasti fino a marzo di quest’anno, quando è entrata in funzione la cassa integrazione Covid. Questo tipo di ammortizzatore sociale scadrà dopodomani ma sono già in corso le trattative tra sindacati e Astaldi per ottenere la proroga di altre quattro settimane (nuova scadenza 21 luglio). A questo punto resterà ancora un mese di cassa integrazione straordinaria (quella concessa in origine) ancora non goduta, con la decadenza di ogni copertura al 21 agosto. Per quella data il cantiere del nodo di Genova sarà già ripartito?
“Noi lo speriamo e confidiamo che ciò avvenga – spiega a Primocanale.it Andrea Tafaria, segretario generale regionale di Filca Cisl – abbiamo avuto un incontro con il consorzio Cociv e con il nuovo commissario Calogero Mauceri”.
Durante l’incontro è stato anche promesso che i 50 lavoratori di Astaldi saranno ricollocati, facendo valere la clausola sociale, nel consorzio Cociv: “Abbiamo incassato questa disponibilità, sono sicuro che il commissario Mauceri rispetterà i patti e farà un ottimo lavoro”, continua Tafaria.
La soluzione rapida della querelle tra Cociv e Rfi è essenziale, non solo per le risposte urgenti che aspettano i lavoratori ma anche per la necessità di ricominciare a lavorare sul nodo ferroviario in tempi stretti: il Terzo Valico, secondo il cronoprogramma, dovrebbe concludersi entro il 2023; è praticamente certo che quella data sarà posticipata di circa un anno, quindi 2024, ma l’opera sarebbe una cattedrale nel deserto se il nodo di Genova fosse a sua volta completato: l’infrastruttura, infatti, deve collegare Brignole, Fegino e Voltri al Terzo Valico.
Le due opere sono così complementari che Tafaria teme che il ritardo del ‘nodo’ possa portare a un rallentamento (o addirittura un stop) del Terzo Valico: “Se questo dovesse succedere – continua il segretario di Filca Cisl – annunciamo fin d’ora la nostra intenzione di scendere in piazza”.
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Nodo di Genova, 50 lavoratori rischiano di restare senza stipendio
Il 21 agosto scadrà la cassa integrazione
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