Gaston Ramirez, l’elemento dotato di più fantasia e talento puro nel gruppo della Sampdoria, guarda alla ripresa del campionato con fiducia e realismo: “Ci sarà da lottare, con tante partite in pochissimo tempo, e servirà l’aiuto di tutti. Non siamo mai scesi in campo facendo calcoli – dice alla Gazzetta dello Sport - e non cominceremo certo ora. È stata dura allenarsi a casa a lungo, senza sapere se e quando saremmo tornati in campo. Dobbiamo solo cercare di dare il meglio in ogni partita”.
“Nel nostro gruppo – prosegue - tutti sono stati presenti nei momenti difficili. Non solo io, ma qualunque compagno. La Sampdoria, adesso, non è la migliore, né la peggiore del campionato. Tredici partite in un mese e mezzo sono tante e quindi chiunque deve sentirsi importante. Anch’io cercherò di farmi trovare pronto, è sempre successo anche quando giocavo meno. I miei gol, però, sono il frutto del lavoro di tutta la squadra, dei compagni che mi mettono in condizione di farmi trovare pronto”.
Le incognite riguardano la durata della sosta: “Nella storia del calcio un giocatore non è mai stato fermo due mesi, al massimo una vacanza poteva durare un mese e mezzo. E, comunque, quando ripartivi serviva tempo, non giocavi in campionato dopo un mese. Non sarà normale, servirà essere preparati soprattutto mentalmente, secondo me”.
Si parla di un possibile cambio di modulo e quindi di ruolo per lo stesso Gastòn: “Ho parlato con il mister, gli ho detto che voglio dare una mano. Non importa il ruolo: mezzala, esterno, trequartista attaccante… Più posizioni riesci ad occupare, meglio è per te stesso, puoi leggere le partite da posizioni diverse”.
Ramirez decise uno dei derby vinti da Giampaolo, con una finezza sottomisura: “Eccome se lo ricordo… La stracittadina di Genova vale il derby di Milano, o quello di Torino, o una gara di Champions. In appuntamenti del genere anche il pubblico fa spettacolo. Il derby che verrà sarà un… allenamento ufficiale, io lo definirei così”.
Ramirez si rammarica per la rescissione del contratto di Barreto: “Siamo molto amici, famiglie comprese. Avevamo un rapporto speciale, è un peccato per la squadra: oltre ad una grande persona abbiamo perso un professionista eccezionale. Per noi era un giocatore importante, ma le scelte personali devono sempre essere rispettate. Non ci resta che guardare avanti e augurargli il meglio”.
La quarantena ha cambiato i programmi privati di Ramirez. “Avrei dovuto fare ritorno in Uruguay per Natale, ma mio figlio era troppo piccolo e abbiamo rinunciato. Non torno a casa ormai da un anno. Avrei dovuto fare rientro a fine maggio, ma con il rinvio della fine del campionato… Forse Godin è riuscito ad andare in Uruguay durante lo stop del campionato, Vecino invece no. Pure lui con i bambini…”.
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Sampdoria, Ramirez: "Per salvarsi ci sarà da lottare, in un finale di stagione strano"
Il trequartista sottolinea come mai nella storia del calcio ci sia stato uno stop così lungo
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