"Senza calcio, in questi tre mesi, i tifosi hanno riversato le loro preferenze su noi virologi e così si schierano". La battuta è del professor Matteo Bassetti, un modo di sdrammatizzare la situazione paradossale in cui virologo del San Martino si è trovato (insieme a moltio altri colleghi) al centro delle 'attenzioni' di molti haters sui social nel periodo dell'emergenza legata al Covid-19.
Il direttore della Clnica di malattie infettive del policlinico genovese ha parlato della possibilità di far tornare, almeno in modo parziale, i tifosi negli stadi del calcio. "Il pubblico allo stadio? Questo non lo so, però è evidente che se riaprono cinema e teatri, con i distanziamenti necessari potrebbero riaprire anche gli stadi, ovviamente con le giuste misure. In Italia alcuni stadi hanno la possibilità di fare distanziamento vero".
Per Bassetti "c'è bisogno di tornare a parlare di altre cose che non sia il Covid-19 e il calcio è una di questa, non possiamo parlare solo di ricoverati e di morti". Il virologo è poi tornato sulla parole di Alberto Zangrillo dell'ospedale San Raffaele di Milano sul virus ormai 'sparito' dai radar. "Il dato di fatto è un'evidenza clinica, il virus si è indebolito, chi critica dovrebbe farsi un giro nei nostri ospedali. Le persone che ricoveravo settimane fa erano già morte, oggi mi chiedono quando tornano a casa. I coronavirus del passato sono diventate poi forme influenzali. Non voglio dare false speranze, però potrebbe anche darsi che questo virus si sia adattato all'ospite e adesso saremo più capaci di difenderci".
Una critica al duo Bassetti-Zangrillo arriva dall'Australia dove specialisti di malattie infettive respingono la teoria avanzata dalla coppia di virologi italiani secondo cui il coronavirus sta perdendo la sua potenza diventando meno letale. E osservano che non sono state rilevate tendenze verso una riduzione delle cariche virali in campioni di tamponi analizzati nel Victorian Infectious Diseases Reference Laboratory, parte del Peter Doherty Institute for Infections and Immunity di Melbourne. "I nostri esperti non hanno visto alcun dato che suggeriscano una tale tendenza", ha dichiarato un portavoce dell'Istituto. Anche l'epidemiologo Allan Cheng, docente di epidemiologia alla Monash University di Melbourne e specialista di malattie infettive presso l'Alfred Hospital della stessa città, dichiara di non aver osservato la tendenza del virus a perdere potenza. L'ospedale stesso tratta ogni giorno circa 200 test di coronavirus e Chang dichiara di non aver "osservato alcuna differenza nelle cariche virali che abbiamo testato. Saremmo molto sorpresi se questo fosse il caso. Questo non è un virus che muta così rapidamente".
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Calcio, Bassetti: "Tifosi allo stadio? Se riaprono cinema e teatri..."
In Australia esperti contro le teorie di Zangrillo
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