A breve si chiuderà un periodo complesso, anzi drammatico, per le addette e gli addetti che operano nei servizi di ristorazione scolastica. Solo a Genova sono circa un migliaio, mentre a livello nazionale parliamo di diverse decine di migliaia, in buona parte donne.
Il prossimo 10 giugno, ultimo giorno di scuola, alle 11 Fisascat e Uiltucs Liguria, unitamente alle confederazioni regionali di Cisl e Uil e insieme a lavoratrici e lavoratori del settore, manifesteranno sotto la sede del Comune di Genova in via Garibaldi e alle 12.00 sotto quella della Regione Liguria in piazza De Ferrari per chiedere alla politica tutta di attivarsi subito per comprendere cosa accadrà il 16 settembre prossimo, primo giorno di scuola. Le OO.SS chiedono 'garanzie' per coloro che hanno sempre garantito un servizio così delicato ed essenziale ai bambini: lavoratrici, lavoratori e famiglie meritano di avere certezze.
“L’odissea per questi addetti parte da lontano, ma lo scorso 23 febbraio, con l’inizio del lockdown, le scuole sono state chiuse e con esse si sono fermati tutti i servizi tra cui la refezione, che impiega lavoratrici e lavoratori con stipendi bassissimi, spesso monoreddito e penalizzati da contratti part-time verticali. Questi lavoratori hanno dovuto affrontare diverse disavventure con gli ammortizzatori sociali, che in molti casi non sono ancora arrivati o a singhiozzo, dimostrandosi inefficaci e insufficienti a garantire loro una sussistenza dignitosa. Oggi all’incertezza si aggiunge lo sconforto a causa dell’ultimo Dpcm che proroga gli ammortizzatori sociali per una durata inadeguata al quadro generale" si legge nella nota Fisascat e Uiltucs Liguria.
"Le lavoratrici e i lavoratori si chiedono che cosa accadrà a settembre: non sanno se si ripartirà, come e quanto si lavorerà, quanti addetti avranno la fortuna di rientrare al lavoro. Le notizie di questi giorni non lasciano presagire nulla di buono poiché si parla di ripartenza incerta e a scaglioni, quindi con un’incidenza molto negativa sul servizio di refezione scolastica. Come sindacato sappiamo che il tema della sicurezza e della salute dei nostri ragazzi, del corpo insegnante e degli addetti ai servizi, non può essere secondario: questi elementi, se mal gestiti, senza un’adeguata previsione da parte della politica, rischieranno di incidere sulla tenuta occupazionale di migliaia di persone a livello regionale e nazionale. Per questa ragione il 10 giugno saremo in piazza con i lavoratori del settore, ovviamente rispettando le regole del distanziamento sociale” conclude la nota congiunta.
cronaca
Istruzione, manifestazione Cisl e Uil per l'ultimo giorno dell'anno scolastico
Cosa accadrà a settembre?
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