Istituzione di un fondo che copra la riduzione delle entrate direttamente connesse con il turismo anche dei piccoli e medi comuni, ma anche possibilità di trattenere il gettito Imu destinato allo Stato e di stabilire una ''soglia di solidarietà' al Fondo per lo sviluppo e la coesione, oltre la quale bloccare il contributo dei singoli comuni, specie costieri e turistici. E ancora, risorse e strumenti per gli investimenti in manutenzione del patrimonio culturale e artistico, che è il valore aggiunto dell'Italia. Son alcune delle richieste contenute nell'appello per 'Salvare i gioielli turistici d'Italia' e che 28 comuni italiani hanno inviato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Nel documento i sindaci, tra cui quelli di Porto Venere e Portofino, chiedono che a una situazione straordinaria seguano strumenti per i comuni altrettanto straordinari tra cui la semplificazione delle procedure per gli investimenti locali, la semplificazione degli affidamenti, la semplificazione dei procedimenti di appalto ed esecuzione dei lavori. Inoltre si chiedono interventi nazionali per la dinamica degli affitti commerciali, alberghieri, artigianali, extralberghieri che caratterizza in modo marcato i comuni italiani.
''Non avremo la possibilità, con i nostri soli bilanci di finanziare in modo autonomo fondi di sostegno per gli operatori locali. Servono misure nazionali, a partire da una norma nazionale ''blocca affitti'' che possa consentire la pace sociale tra locatori e locatari, dando certezza del diritto, evitando contenziosi e scongiurando, in contesti di pregio come i nostri, azioni di speculazione finanziaria'' spiegano i sindaci nel documento diretto a palazzo Chigi.
Tra le altre richieste il rinvio del metodo di calcolo Arera e norme speciali per l'abbattimento dei costi della Tari per i comuni turistici, potendone così apprezzare la riduzione già nella bollettazione 2020. Con un duplice positivo effetto: poter applicare la riduzione dei servizi non più necessari, per la mancanza di turismo, già nel saldo di dicembre alle imprese che hanno subito la perdita di fatturato a causa del coronavirus; evitare che i piccoli e medi comuni turistici si trovino stretti nella morsa di dover pagare le rate al gestore senza avere gli stessi flussi di entrata degli anni precedenti.
I comuni firmatari sono: San Gimignano (Siena), Montalcino (Siena), Greve in Chianti (Firenze), Barolo (Cuneo), Barbaresco (Cuneo), Montepulciano (Siena), Pollica (Salerno), Volterra (Pisa), Positano (Salerno), Porto Venere (La Spezia), Amalfi (Salerno), San Vincenzo (Livorno), Pienza (Siena), Portofino (Genova), Otranto (Lecce), San Severino Lucano (Potenza), Iseo (Brescia), Valsinni (Matera), Diamante (Cosenza), Città della Pieve (Perugia), Guardia Perticara (Potenza), Pula (Cagliari), Cabras (Oristano), Castelsardo (Sassari), Malfa Isola di Salina (Messina), San Vito di Cadore (Belluno), Castiglion dei Pepoli (Bologna), Gibellina (Trapani).
cronaca
Turismo, i piccoli comuni scrivono a Conte: "Siamo in ginocchio"
Anche due liguri tra i comuni firmatari del documento
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