Secondo la ricostruzione degli investigatori, che sono riusciti a risalire ai presunti colpevoli, grazie alla visione delle telecamere cittadine: Giovanni De Marte avrebbe acquistato la benzina, mentre Antonio avrebbe dato fuoco al mezzo e Domenico avrebbe avuto la funzione di palo. Indagini sono ancora in corso per risalire al movente. Il mezzo bruciato veniva solitamente utilizzato per l'approvvigionamento di frutta e verdura, che Attisano rivendeva poi nel proprio negozio di Diano.
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Tre persone sono state arrestate dai carabinieri, perché ritenute colpevoli, in concorso, dell'incendio appiccato la sera del 29 marzo scorso a un camion dotato di cella frigo, appartenente alla ditta "Love Fruit", dell'imprenditore Giuseppe Attisano, di Diano Marina. Su ordine di esecuzione a firma del gip del tribunale di Imperia sono finiti in carcere: Antonio De Marte, 47 anni, originario di Seminara (Reggio Calabria) , il figlio Giovanni, 23 anni, e Domenico Gioffrè, 27 anni, originario di Palmi (Reggio Calabria). Antonio De Marte e Gioffrè erano già agli arresti domiciliari, per altri reati.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, che sono riusciti a risalire ai presunti colpevoli, grazie alla visione delle telecamere cittadine: Giovanni De Marte avrebbe acquistato la benzina, mentre Antonio avrebbe dato fuoco al mezzo e Domenico avrebbe avuto la funzione di palo. Indagini sono ancora in corso per risalire al movente. Il mezzo bruciato veniva solitamente utilizzato per l'approvvigionamento di frutta e verdura, che Attisano rivendeva poi nel proprio negozio di Diano.
cronaca
Diano Marina, incendiarono un camion: arrestati tre uomini
Il mezzo veniva solitamente utilizzato per l'approvvigionamento di frutta e verdura
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Secondo la ricostruzione degli investigatori, che sono riusciti a risalire ai presunti colpevoli, grazie alla visione delle telecamere cittadine: Giovanni De Marte avrebbe acquistato la benzina, mentre Antonio avrebbe dato fuoco al mezzo e Domenico avrebbe avuto la funzione di palo. Indagini sono ancora in corso per risalire al movente. Il mezzo bruciato veniva solitamente utilizzato per l'approvvigionamento di frutta e verdura, che Attisano rivendeva poi nel proprio negozio di Diano.