Il gruppo Pd in consiglio comunale ha presentato una proposta di delibera per l'istituzione della figura del garante dei diritti delle persone private della liberta' personale, o per cosi' dire dei detenuti, del Comune di Genova.
"Ci sembra un passaggio opportuno - dice la capogruppo del Pd a Tursi - spesso abbiamo affrontato commissioni consiliari sul tema ma senza mai avere chiaro quale fosse il ruolo dell'ente, invece e' previsto dal suo stesso statuto che il Comune debba favorire la rimozione di tutti gli ostacoli che si frappongono all'effettivo sviluppo della persona e all'eguaglia degli individui". I dem hanno proposto di istituire questa figura anche a livello regionale visto che la Liguria e la Basilicata sono le uniche due regioni italiane senza garanti dei detenuti. "Se non e' possibile averne uno regionale, proviamo ad averne almeno uno sulla citta' di Genova, visto che abbiamo scoperto che e' possibile, come per esempio accade in Piemonte, istituire un garante in ogni Comune dove si trovi la sede di un carcere".
Il garante non si occupera' soltanto delle persone nei penitenziari, ma anche di quelle che hanno altre restrizioni, o quelle soggette a trattamento sanitario obbligatorio. La delibera, che disciplina la nomina e i compiti del garante, sara' depositata oggi. "Dopodiche' convocheremo le commissioni consiliari dedicate al tema e speriamo di arrivare a breve all'approvazione, questa non e' una battaglia politica, e' una questione tecnica" afferma Lodi, ottimista sulla possibilita' che in consiglio comunale non arrivi il veto della Lega come in consiglio regionale. La figura del garante delle persone private della liberta', in base alla proposta di delibera del Pd, sara' nominato dal sindaco di Genova e avra' diversi compiti tra cui quello di promuovere l'esercizio dei diritti di queste persone sul piano civile e sociale, momenti di sensibilizzazione pubblica sul tema dei diritti umani e forme di volontariato, ma anche il compito di verificare con le autorita' competenti eventuali segnalazioni di violazioni dei diritti.
IL CASO DI NAPOLI - Una nomina per molti inaccettabile quella di Pietro Ioia a Garante dei detenuti di Napoli, voluta dal sindaco Luigi de Magistris, ufficializzata ieri. "Un ex detenuto nel carcere di Poggioreale per reati quali spaccio di stupefacenti, a Garante dei detenuti per la citta' di Napoli? Assurdo", attacca il presidente dell'Uspp, Giuseppe Moretti, con il segretario regionale campano, Ciro Auricchio. I due ricordano che tra i requisiti previsti per la scelta di un Garante dei 3.500 detenuti napoletani figurano anche "la comprovata formazione e competenza in materia di scienze giuridiche ed integrita' morale". Se Ioia ben conosce il carcere, i suoi meccanismi e le sue storture, pero', e' perche' ha trascorso oltre 22 anni nelle carceri italiane e spagnole, tra cui Poggioreale a Napoli, per traffico e spaccio di stupefacenti; un uomo dunque passato dalla bella vita garantita dallo spaccio nel quartiere di Forcella alla 'cella zero', un luogo a Poggioreale dove detenuti venivano vessati dalle guardie penitenziarie.
Scontata la pena, Pietro Ioia ha denunciato, e il procedimento giudiziario ha visto 22 indagati, tra cui agenti penitenziari e anche medici. Oggi e' presidente dell'Associazione ex detenuti organizzati napoletani, scrittore, attore. Perplessita' analoghe sono sorte nel Sappe, altro sindacato di polizia. C'e' invece chi e' piu' che a favore della scelta dell'amministrazione comunale. "La nomina di Pietro Ioia rappresenta il coronamento di una battaglia che ci ha visto impegnati fin dalla fine del 2017 con la richiesta di istituire la figura del Garante cittadino dei detenuti", sottolinea l'associazione Radicali per il Mezzogiorno Europeo.
cronaca
Garante detenuti, dal Pd delibera per istituirlo anche a Genova
La capogruppo a Tursi: "Ci sembra un passaggio opportuno"
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