"Nell'ultima allerta rossa era già parzialmente utilizzato, ora lo scolmatore del Fereggiano è pronto al 100%". Massimo Ferrante, presidente del municipio Bassa Val Bisagno di Genova spiega la situazione dell'opera chiamata a dare sicurezza a un territorio che negli ultimi anni ha pagato un prezzo, in termini di vite umane, durissimo: sette morti tra le alluvioni del 2011 e quella del 2014.
Dopo quei tragici eventi l'opera, già progettata decine di anni prima ma bloccata dallo scandalo di Tangentopoli a inizio anni Novanta, è stata finanziata interamente e così è stato possibile proseguire il suo completamento con la realizzazione dello scolmatore. Prima infatti c'era solo il deviatore, ovvero una galleria di 800 metri. Il cantiere è iniziato all'inizio del 2015 per un'opera finanziata per la maggior parte a livello statale. "Venticinque milioni sono arrivati dal Piano città del governo Monti - spiega ancora Ferrante -, altri cinque milioni dal dipartimento Italia sicura durante il governo Renzi e poi ancora quindici milioni di mutuo messi in campo dal Comune di Genova".
I lavori sono andati avanti e ora per il suo completamento definitivo siamo ai dettagli. Tra la fine del 2018 e i primi giorni giorni del 2019 dovrebbe arrivare anche il taglio del nastro ufficiale. Al momento mancano solo le finiture. "Restano da rivestire le gallerie e poi verrà fatta una copertura arborea per mascherarlo anche esteticamente - spiega ancora il presidente del Municipio -. A quel punto Marassi, Quezzi, via Fereggiano e corso Sardegna saranno luoghi più sicuri".
Il funzionamento dello scolmatore del Fereggiano è semplice. Si tratta infatti di un'opera di ingegneria idraulica che viene messa in moto quando, specialmente nelle stagioni autunnali, la pioggia porta a far salire il livello dei torrenti. In questo caso lo scolmatore opera sul Fereggiano e sul Rovare affluenti del Bisagno. Attraverso un sistema di gallerie l'acqua in eccesso viene deviata e indirizzata direttamente a mare 'alleggerendo' in questo modo il Bisagno. Lo sbocco a mare è quello di corso Italia. In progetto c'è anche la realizzazione delle gallerie per il Noce in modo che lo scolmatore serva anche quest'altro rio cittadino.
Anche questo sarebbe un passo avanti importante per dare sicurezza a un'area su cui la mano dell'uomo ha costruito senza considerare la natura e la sua capacità di riprendersi quello che le necessità di espansione di una città le ha sottratto. La sicurezza si avrà solo quando verrà realizzato lo scolmatore del Bisagno rimarca Ferrante.
Gli studi di settore dimostrano infatti che a scadenze temporali si verificano fenomeni diversi che hanno portate due-centennali, cinquantennali e via a scalare. Giusto per fare un esempio l'alluvione del 1970 che causò 44 vittime, era di portata cinquantennale, quelle del 2011 e del 2014 addirittura minore. L'opera dello scolmatore del Bisagno sarà invece capace di proteggere la città da una piena di portata due-centennale. "Non ce ne accorgiamo ma questa è una lotta contro il tempo perchè nessuno ha la data esatta di quando succederà, ma gli studi dimostrano che questi fenomeni ciclicamente si ripresentano" conclude Ferrante. In questo senso il via libera da Roma per l'opera è arrivato nel luglio scorso, ma per la sua piena realizzazione bisognerà aspettare almeno il 2024.
cronaca
Pronto lo scolmatore del Fereggiano, ora è corsa contro il tempo per quello del Bisagno
Ferrante (Municipio Bassa Val Bisagno) fa il punto sui lavori
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