Quanto dovremo ancora aspettare prima che il governo dica che il nostro beneamato e stra atteso Terzo Valico si fa e che il più grande cantiere aperto oggi in Italia si completa?
L’analisi costi-benefici, che il ministro supercrozzato Toninelli (nel senso che Crozza lo imita a stecca tutte le settimane) ha annunciato, sarà arrivata alla conclusione o ha tempi biblici? Noi ci auguriamo che come è avvenuto per il gasdotto Tap, il cui stop sarebbe costato allo Stato 20 miliardi, più o meno quanto sborseranno le finanze italiane per il reddito di cittadinanza, i gialloverdi annuncino che questa opera chiave per il nostro futuro sarà completata e magari che ciò avverrà anche prima del previsto 2022, visto che la caduta del ponte maledetto ha creato un’urgenza ulteriore.
Siamo consci delle grandi difficoltà che tutt’ora permangono nell’esecuzione del Terzo Valico, che alla fine costerà (non dovremmo mica dire “costerebbe”?) 6 miliardi e duecento milioni per i suoi sei lotti costitutivi e che i genovesi aspettano da più di cento anni.
Siamo anche consci del fatto che anche dopo la sua realizzazione lo scopo finale di agganciare il porto e Genova alle grandi connessioni europee non sarà definitivamente raggiunto, se non si velocizzerà il tratto tra Tortona e Milano, sul quale sembra che regni la politica della bella addormentata nel bosco, malgrado stimoli e crociate, come quella persistente di Maurizio Rossi, ex senatore e editore di Primocanale.
Ma anche se qualche cantiere dei cinque oggi aperti tra Fegino e Novi Ligure oggi è fermo per le inadempienze di diverse imprese appaltatrici e se questa attesa costi-benefici marcisce da tempo finire il terzo Valico è un imperativo categorico, come rifare il Ponte Morandi e a maggior ragione se i tempi di ricostruzione del viadotto crollato si allungheranno, come sembra sempre più realistico sostenere, malgrado l’ottimismo comprensibile del sindaco marcu Bucci.
Al Terzo Valico stanno lavorando quasi 2000 operai e a pieno regime, cioè con tutti i lotti impegnati, saranno 2800. L’indotto coinvolto riguarda oltre 5000 addetti e le supermacchine che stanno scavando nella pancia dell’Appennino ligure-piemontese, tra Borzoli e Novi Ligure, sono tre. Si tratta di macchinari lunghi trecento metri, capaci contemporaneamente di scavare e di costruire la galleria. Chi va a visitare i lavori torna stupito e esaltato per la tecnica avanzatissima con la quale l’opera viene realizzata.
E noi dovremmo lasciar marcire tutto questo, le tre “talpe” e tutti gli altri mezzi nei tunnel e nelle “finestre”, come ferri vecchi abbandonati, e noi dovremmo sprecare altri miliardi di indenizzi al concessionario e alle ditte che stanno lavorando? E noi dovremmo rinunciare a una infrastruttura che era già essenziale e che ora diventa vitale per il nostro futuro e per quello delle generazioni che seguono?
Basta: siamo fiduciosi che il Terzo Valico faccia Tap e lo faccia prima dei tempi previsti, rimettendo in moto un meccanismo importante anche per l’edilizia, un settore che in caso contrario farebbe non Tap, ma flop.
cronaca
Aspettando che anche il Terzo Valico faccia finalmente Tap...
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