“Autostrade per l’Italia non ha effettuato alcuna valutazione di sicurezza del viadotto Polcevera”: l’affermazione sembra impossibile, visto che stiamo parlando di un viadotto che mezza Genova aveva timore a percorrere, ma la fonte è la più autorevole possibile, il Ministero della Infrastrutture e Trasporti.
La commissione ispettiva del Mit, che sta indagando sulle ragioni del crollo parallelamente all’inchiesta giudiziaria, ha messo nero su bianco che “contrariamente a quanto comunicato da Autostrade il 23 giugno scorso, il documento sulla valutazione di sicurezza del ponte non esiste”. In pratica la commissione ha accertato che “La procedura di controllo della sicurezza dell’infrastruttura documentata da Autostrade per l’Italia, basata sulle ispezioni, è stata ed è inadatta a prevenire i crolli e del tutto insufficiente per prevenire un eventuale collasso”.
In pratica, secondo il Mit Autostrade non era consapevole dei rischi che noi tutti correvamo su quel ponte semplicemente perché i controlli che effettuava erano insufficienti a determinarli. Eppure, dicono ancora dal ministero, Aspi era perfettamente conscia del degrado di quel ponte, “in particolare delle parti orizzontali mostravano chiari deficit strutturali, nonostante questo non ha ritenuto di provvedere, come avrebbe dovuto, al loro immediato ripristino e per di più non ha adottato alcuna misura precauzionale a tutela della utenza, inattuando in sostanza il principio di coerenza nella messa in sicurezza".
Secondo la commissione Autostrade avrebbe potuto prendere diverse precauzioni per evitare la strage, tra le altre cose programmare meglio i lavori di consolidamento e limitare la circolazione veicolare. Dal ministero fanno poi sapere che appena sarà tecnicamente possibile il Mit si costituirà parte civile nel processo che si aprirà non appena il tribunale avrà formalizzato i rinvii a giudizio con i relativi imputati.
LA REPLICA DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA
Le responsabilità ipotizzate dalla Commissione" ispettiva del Mit "a carico di Autostrade per l'Italia non possono che ritenersi mere ipotesi ancora integralmente da verificare e da dimostrare, considerando peraltro che il comportamento della Concessionaria è stato sempre pienamente rispettoso della legge e totalmente trasparente nei confronti del Concedente". Lo afferma Autostrade in una nota in relazione ai contenuti della relazione della Commissione ispettiva del Mit sul crollo del Ponte Morandi.
"Rispetto alla contestata assenza del documento sulla valutazione della sicurezza", Autostrade per l'Italia chiarisce che "tale documento è prescritto soltanto per infrastrutture situate nelle zone sismiche 1 e 2, mentre non è prescritto nelle zone 3 e 4 al cui interno è collocato il Ponte Morandi". Lo si legge in una nota della società, che precisa anche che "la comunicazione inviata dalla società al Ministero il 23 giugno 2017, citata dalla relazione come addebito omissivo, aveva tutt'altro oggetto riguardando i criteri di monitoraggio e non la valutazione della sicurezza".
"Sono integralmente rigettate" da Autostrade per l'Italia "le contestazioni sull'inadeguatezza delle procedure di controllo da sempre applicate, attraverso il contratto di convenzione con SPEA attivo dal 1985. Il sistema di controllo, sottoposto all'esame del Concedente ancora nel 2017, è totalmente conforme con gli obblighi di legge e - sottolinea - non è mai stato oggetto di alcun rilievo da parte del Concedente".
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Dal Mit una bordata ad Autostrade: "Controlli insufficienti, nessuna misura precauzionale. Ci costituiremo parte civile"
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