“Ci hanno fatto andare in un albergo e la nostra stanza è una cabina telefonica. Siamo in tre e non riusciamo né a muoverci né a lavarci. Chiediamo solo un po' di decoro, solo quello”. A parlare così è Giuseppina, sfollata di via Porro 6, che a casa non è potuta più tornare e probabilmente non potrà per tanto tempo. “C’è il bagno ma non abbiamo posto per le cose, ci scontriamo passando e ho detto di non andare a pulire perché teniamo tutta la nostra roba sul letto”.
Una sistemazione provvisoria e messa a disposizione gratuitamente dal Comune, ma una sistemazione che fino a ottobre di certo non può durare. “La prima notte ci siamo arrangiati, siamo andati da mio cognato, poi siamo stati al centro civico e da ieri siamo dovuti andare in albergo. Per quanto riguarda il mangiare, qui abbiamo solo la prima colazione, per pranzo e cena dovremmo andare al centro civico di via Buranello dal centro. Mia figlia lavora con orari impossibili e qui in albergo non posso farle da mangiare”.
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Crollo Ponte Morandi, la rabbia degli sfollati: "Una stanza grande come una cabina telefonica"
E i pasti si ricevono solo al centro civico Buranello
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