cronaca

Javier Gamboa ha ucciso la moglie per gelosia
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 Una scelta sofferta ma convinta, quella di costituirsi parte civile nel processo contro suo padre. Napoleone Pareja, figlio di Jenny Angela Reyes, la donna uccisa lo scorso aprile nella sua casa di via Fillak a Genova per mano del marito Javier Pareja Gamboa, ha deciso di schierarsi dalla parte opposta a quella dell'uomo che ha distrutto la sua famiglia.

"Gli ho sempre voluto un bene dell'anima, litigavo con mia madre per difenderlo", racconta a Primocanale accompagnato dall'avvocato Giuseppe Maria Gallo. Napoleone è nato in Italia, ha 21 anni, lavora per una ditta di ascensori e vive a casa della fidanzata, sulle alture di Voltri, vicino al luogo dove la polizia lo trovò due giorni dopo l'assassinio. "È stata molto dura, perché comunque è mio padre. Ma ha commesso un errore molto grande, qualunque cosa avesse fatto lei. Ha lasciato me senza una madre, allo sbaraglio. Ora è giusto che paghi, perché ha fatto tutto da solo".

Lunedì è previsto un sopralluogo dei Ris per ispezionare ancora la casa e le valigie dell'uomo. Secondo quanto fin qui ricostruito, Gamboa avrebbe ucciso la moglie con un solo fendente. Ma il consulente dell'autopsia nominato dal gip ha chiesto più tempo per depositare il referto e compiere ulteriori accertamenti sui vestiti e sull'arma usata per l'omicidio.

Gamboa era tornato la sera stessa dall'Ecuador perché, racconta il figlio, "diceva che non stava bene, che gli mancavamo. E invece l'ha uccisa subito, dov'era il suo sentimento?". Poi la fuga, durata due giorni, e quella notte in stato confusionale per cercare il figlio. "Meno male che non l'ho incontrato - dice Napoleone - non voglio immaginare cosa sarebbe potuto succedere". A far "perdere la testa" a Javier Gamboa, come lui stesso ha confessato in Procura, è stata la gelosia: secondo il suo racconto, la donna frequentava un altro uomo e i due si erano visti poche ore prima che Jenny andasse a prendere suo marito a Milano. Già in passato, nel 2004, l'uomo aveva aggredito la madre e la suocera.

"Questa scelta drammatica del figlio imprime un'accelerazione forte a tutta vicenda - spiega l'avvocato Gallo - è una presa di posizione che comprova la compattezza della famiglia in questa richiesta danni". Insieme a lui si costituiranno in causa anche la madre Jenny (omonima della vittima) e il fratello Alfredo. Il prossimo passo sarà il deposito di una memoria difensiva, poi dovrebbe aprirsi il processo con la prima udienza, che al momento non è stata ancora fissata. Gamboa nel frattempo resta in carcere a Marassi.

"Spesso dicevo a lei come anche a lui che sarebbe stato meglio non vedersi. Dicono che i figli devono seguire i consigli dei genitori, ma è anche bene che i genitori ascoltino i figli qualche volta - racconta ancora Napoleone Pareja -. Ora ci deve essere giustizia, anche se la giustizia non mi riporterà indietro mia madre". Ci sarà mai spazio per il perdono? "Ora come ora no", conclude.