Un vertice lunedì con Signorini e i terminalisti per mettere fine alla pratica dell'autoproduzione nel porto di Genova. E poi, se non arriverà la soluzione, lavoratori pronti a bloccare per giorni le banchine.
È quanto hanno ottenuto, dopo l'incontro col prefetto Spena, il presidente del porto Signorini e il comandante della Capitaneria Pettorino, i circa 1000 portuali che hanno scioperato e manifestato a Genova. Una mobilitazione come non si vedeva da anni, con tanto di ralle, rimorchi e carrelli in corteo da Sampierdarena fino al centro città per chiedere attenzione alle istituzioni che devono vigilare e sanzioni più severe. A proclamare l'astensione in tutta Italia, con punte di adesione al 100%, sono state le tre sigle confederali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.
"Siamo soddisfatti della risposta del prefetto Fiamma Spena, rientrata apposta da Roma - commenta Enrico Ascheri della Filt -. Lunedì ribadiremo che siamo pronti a bloccare il porto a oltranza se non verrà rispettata la legge che salvaguarda i nostri posti di lavoro. Signorini ha provato a difendersi dicendo che loro fanno i controlli ma non hanno strumenti sufficienti. Noi abbiamo risposto che o ci pensa lui a sospendere le concessioni o ci pensiamo noi a chiudere il porto".
"Lunedì parleremo con tutti i terminalisti, con l'Autorità e la Capitaneria. Anche il Prefetto ci ha dato ragione - aggiunge Roberto Gulli della Uiltrasporti -. Questa pratica crea un dumping che diventa inaccettabile. Se non troveremo soluzioni in quel tavolo proclameremo sciopero in ogni singolo terminal che continuerà questa pratica scorretta. È solo l'inizio. La sicurezza? È un problema correlato. Gli incidenti arrivano soprattutto tra i marittimi, che sono stanchi, e dopo un ciclo di navigazione gli viene richiesto di fare un lavoro che non è il loro".
"È da trent'anni che non si vedeva una mobilitazione così. Personalmente ho ringraziato l'autorità portuale per essere riuscita a far arrabbiare tutta questa gente - dice Davide Traverso, Fit-Cisl -. È l'ora di finirla, lunedì è l'ultima chance per finire questa vergogna, se no troveremo misure più selettive: bloccheremo i terminal. Nel porto di Genova ci sono regole che devono essere rispettate. Non si capisce perché qualcuno tranquillamente non lo rispetta alla luce del sole. Noi non facciamo più finta di niente".
A mobilitarsi soprattutto i camalli della Culmv, circa 700 persone che hanno preso parte al corteo all'altezza di San Benigno insieme al console Antonio Benvenuti. Prima di raggiungere la Prefettura i manifestanti hanno organizzato un presidio sotto Palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità di sistema portuale, con fumogeni, striscioni e cori contro il presidente Signorini. Limitati i disagi al traffico, grazie anche alla decisione del Comune di far parcheggiare i tir lungo la viabilità del Polcevera e le strade di scorrimento del ponente.
Una protesta nazionale che ha coinvolto, oltre ai portuali, rimorchiatori, ormeggiatori, piloti, amministrativi, operai, addetti alle biglietterie e personale turistico. Nel mirino l'autoproduzione, una pratica che consente ai terminalisti di risparmiare lasciando compiere le operazioni di rizzaggio e derizzaggio ai marittimi delle compagnie di navigazione anziché al proprio personale e alle compagnie dei porti, come prevede la legge 84/94, anche per garantire il rispetto delle norme di sicurezza.
porti e logistica
Porto, dopo lo sciopero l'ultimatum: "Bloccheremo ogni singolo terminal"
Lunedì vertice decisivo con Signorini, sindacati e terminalisti
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