salute e medicina

La domanda di Dica 33
1 minuto e 40 secondi di lettura
Ci sono novità per la cura dell’artrite reumatoide?
Silvana di Bordighera

Risponde il Dott. Gerolamo Bianchi -Direttore Dipartimento Apparato Locomotore Direttore SC Reumatologia, ASL3 - Azienda Sanitaria Genovese


Gentile signora Silvana,

nel corso degli ultimi 20 anni, abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione della terapia della artrite reumatoide (AR), che ha reso possibile cambiare sostanzialmente la prognosi della malattia, prevenendone gli esiti invalidanti.


Diversi sono i campi in cui abbiamo fatto notevoli passi avanti.
Il primo è stato quello di comprendere l’importanza di una diagnosi precoce della malattia (entro i 6-12 mesi dall’inizio della sintomatologia). Più precoce è la diagnosi, e dunque anche l’intervento terapeutico, e maggiori sono le possibilità che la malattia vada in remissione. In circa il 40% dei casi, addirittura che la remissione possa essere mantenuta senza più assumere farmaci.


Il secondo è stata l’adozione di una strategia di intervento denominata “Treat to Target”, ovvero consistente nel cercare di ottenere una remissione, o almeno una bassa attività di malattia, seguendo delle regole predeterminate di utilizzo dei farmaci a nostra disposizione, con un approccio a scalini successivi, strettamente connesso temporalmente alla risposta clinica del paziente.
Il terzo è stato l’aver avuto a disposizione nuove generazioni di farmaci, altamente efficaci, che sono in grado di colpire in maniera selettiva le componenti del meccanismo della malattia.


Si tratta sia dei cosidetti “farmaci biotecnologici”, ovvero farmaci non di sintesi tradizionale chimica ma di produzione biologica da linee cellulari umane, che sono anticorpi che colpiscono singole importanti componenti dei meccanismo della malattia, che anche delle cosidette “piccole molecole”, ovvero farmaci di produzione chimica che bloccano le componenti dannose direttamente dentro le cellule. Mentre i farmaci biotecnologici vengono somministrati per via endovenosa o sottocutanera, le piccole molecole vengono assunte dai pazienti per bocca.
Oggi, dunque l’artrite reumatoide può essere controllata e, in qualche caso, addirittura guarita. questa è davvero una rivoluzione!