“Abbiamo perso la tranquillità, qui siamo esasperati. Qualcuno dovrà prendersi le responsabilità di quanto sta accadendo”. È un grido di accusa quello lanciato dal sindaco di Masone Enrico Piccardo. Il problema al centro della discussione sono le continue incursioni dei lupi nelle piccole aziende agronome della valle Stura. Secondo le prime generiche stime in pochi giorni i lupi nei loro raid a caccia di cibo, hanno letteralmente sbranato circa 20 agnelli e 10 pecore.
Una situazione che il primo cittadino di Masone reputa ormai intollerabile. “Gli allevatori stanno subendo importanti danni economici. Di notte quando si sentono i cavalli e le bestie agitarsi si è costretti ad alzarsi per monitorare la situazione, si è persa la tranquillità” precisa ancora Piccardo. Da diverse settimane se non mesi la situazione in valle Stura va avanti sempre uguale a se stessa, con i lupi che si avvicinano alle zone abitate e fanno razzia delle bestie di allevamento degli allevatori.
Un suggerimento per trovare una soluzione capace di limitare i danni procurati arriva proprio dal primo cittadino di Masone: “Per prima cosa serve fare un censimento per capire quanti sono i lupi che si aggirano nella nostra zona. In secondo luogo è necessario localizzarli in modo da tenere da tenerli sotto controllo e monitorare i loro spostamenti. E’ vero che i lupi di notte sono in grado di fare anche 40 chilometri, ma solitamente hanno un habitat predefinito dove tornano sempre”.
Il dito del sindaco è puntato dritto sulle direttive imposte dall’Unione europea e che l’Italia ha pienamente recepito rendendole attive e valide sul proprio territorio nazionale. Il lupo è infatti annoverato tra le specie ‘vulnerabili’ a rischio estinzione e, di conseguenza, tutelato dalle normative in riferimento agli abbattimenti della specie.
Norme che hanno di fatto permesso il proliferare dei lupi nella zona di montagna e l’impossibilità per gli stessi allevatori di bloccare le incursioni dei feroci animali. E tra circa quaranta giorni inizia la stagione dell’alpeggio (pascolo di montagna in cui gli animali vengono lasciati liberi) che metterà in ulteriore pericolo gli allevamenti.
“Con che coraggio potranno mai gli allevatori lasciare incustodite le proprie bestie – si chiede il sindaco Piccardo -. Saranno costretti a effettuare dei controlli continui per tutelare i propri animali. Quindici anni fa ogni famiglia possedeva circa 5-6 capi, poi la legge è intervenuta e ha iniziato a considerare allevatori chiunque possedesse più di tre animali. Questo ha contribuito a ridurre notevolmente il numero di pecore e vacche nella nostra zona. Ora con i lupi che si aggirano dalle nostre parti il rischio è che molti decidano di far fuori le proprie bestie per mangiarsele prima che lo facciano i lupi” conclude amaramente Piccardo.
cronaca
Allerta lupi in valle Stura, pecore sbranate. Il sindaco di Masone: "Siamo esasperati"
Pesanti danni economici agli allevatori della zona
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