politica

Dopo la sconfitta alle elezioni comunali di Genova e La Spezia
1 minuto e 48 secondi di lettura
Nel Pd, e più in generale nel centro sinistra, regna più che mai il caos generale. Ognuno per conto proprio, in ordine sparso, trascinati lontano dalla vittoria alle comunali, da correnti e vortici. Primo atto: il segretario genovese Alessandro Terrile lascia, durante la segreteria, “perché – spiega – mi sembra normale, dopo una sconfitta, una assunzione di responsabilità anche se certo non credo di essere l’unico responsabile. Ci sono colpe locali, come la stanchezza per molti anni di governo nostro, ma anche nazionali visto che si è perso ovunque” chiude.
 
E se persino la battagliera Raffaella Paita fa autocritica, significa che la situazione è proprio grave: “Sono due sconfitte diverse, quella di Genova e della Spezia: nella prima avevamo alleanza ampia con la sinistra con uno schema che sembrava potesse essere vincente. Alla Spezia è stato un suicidio, per le molte liste a sinistra che si sono presentate in contrapposizione con noi. In Liguria c’è un forte vento di destra. Noi dobbiamo fare autocritica, stare in mezzo alla gente e risolvere i problemi che ci solleva. A Toti, comunque, ho fatto i complimenti.”

Tra chi ci gode c’è, senza mascherarlo, Simone Regazzoni che su Facebook scrive “basta con il centrosinistra da museo. A Genova ha prodotto una disfatta storica”. E poi ancora: “Il ministro Andrea Orlando aveva guardato alla città come a un laboratorio per la sua idea di centro-sinistra allargato. Il risultato è una disfatta di quel modello e di chi lo ha sostenuto nel PD”. E via così.

Altri attacchi al Pd dalla sinistra. Gianni Pastorino di Rete a sinistra: “Le sconfitte sono disastri annunciati di cui il Pd si deve assumere la totale responsabilità. La vecchia formula del centro sinistra non esiste più. Soprattutto a Genova e La Spezia dove il Pd si è presentato con la formula “usato sicuro” cioè in continuità con le giunte precedenti senza nessuna valutazione di quanto fatto negli ultimi anni. Noi nel tavolo delle sinistre avevamo tentato di introdurre elementi di rottura, ma inutilmente”.